Le pattuglie della Squadra Volante della Questura hanno tutte attaccato sul cruscotto un foglio bianco con una foto segnaletica e una sommaria descrizione. E l’avviso di rintraccio diramato ieri dalla Questura di Latina per l’uomo che ha rapito una sedicenne, l’ha sequestrata per una notte e ha abusato di lei.
LA RABBIA
A mezza bocca nella zona c’è chi sobbalza: «Lui? Ma no». E altri invece mugugnano: «Me lo sentivo». In effetti, l’uomo ha precedenti, anche se solo per reati contro il patrimonio ed era difficile immaginare quell’esplosione di violenza. Perché questo poi è accaduto. I parenti dei ragazzini lo hanno confermato agli amici più stretti. Però assicurano: «Hanno fatto una bravata, mica erano andati lì per appartarsi». Per gli investigatori della Mobile, guidati dal vicequestore Mattia Falso, al momento è ininfluente. Non dormono da 48 ore: la prima notte perché c’era da cercare quella ragazza rapita da uno sconosciuto e si temeva il peggio, la seconda perché c’era (e c’è ancora) il timore che lo stupratore capita l’aria possa svanire nel nulla, tornare ad essere un clochard invisibile chissà dove.
LE VITTIME
I ragazzi sono stati dimessi dal Goretti già giovedì. Sono a casa, ciascuno attorniato dai propri familiari che hanno fatto muro per proteggerli. C’è anche chi sta cercando di cercare lo stupratore in parallelo con le forze di polizia. «Ronde? Chiamatele come vi pare» dice un cinquantenne nel cuore dello Scalo. «Ma qui se possiamo dare una mano lo facciamo volentieri». Ma in silenzio. Non ci sono proclami. Semplicemente cercano quell’uomo «perché non faccia male a nessun altro». La comunità certo è sotto shock. La fabbrica degli orrori era sotto gli occhi di tutti. Abbandonata, aperta, frequentata malissimo. «Ma chi poteva immaginarlo?», dicono ai tavolini di una piazza a taglio. «Però certo andare fin la dentro, ma chi glielo ha fatto fare?». Già, una bravata? Oppure volevano appartarsi? Perché nella palazzina uffici dell’ex Società logistica merci ci sono perfino stanze rimaste indenni al tornado dell’abbandono e dell’incuria. Però i due ragazzini hanno raccontato agli inquirenti che con il tizio ci hanno anche parlato, poi la situazione è precipitata. Lo conoscevano? Lo stavano addirittura cercando? E poi il tizio era fatto di stupefacenti?
I DUBBI
La madre del ragazzo aggredito ha dato la sua versione: «Quell’uomo fumava crack e loro ci hanno parlato. Poi li ha inseguiti». Di certo ha picchiato duramente il ragazzino, gli ha fatto perdere i sensi. Poi ha tenuto in ostaggio la sedicenne. Sembra che l’abbia scorrazzata in giro. La macchinetta è stata segnalata in vari posti, tutte indicazioni che si sta cercando di verificare. Cosa cercava? Voleva un posto sicuro? Il pm Valerio De Luca a cui è stata affidata questa inchiesta sta verificando anche se il 31enne è stato aiutato da qualcuno in queste ultime 48 ore per evitare di essere catturato. Si sa infatti che quando la giovane è stata ritrovata, in condizioni pietose, lui si era volatilizzato malgrado avesse lasciato lì la minicar. L’uomo l’ha abbandonata. Dove è finito? Verso Cisterna o addirittura di nuovo nei pressi della stazione di Latina? Mistero. L’ennesimo di questa storia che mette paura e ha sconvolto un quartiere considerato dormitorio e in quanto tale sonnolento quasi per definizione. Con una fabbrica degli orrori a due passi da casa.