Paura al largo di Ponza, l’Sos a mezzanotte della barca che affonda: l’incidente alla Regata dei Tre Golfi

Un boato e lo scafo si riempie d’acqua

Domenica 14 Maggio 2023 di Vittorio Buongiorno
Ponza, l’Sos a mezzanotte della barca che affonda: l’incidente alla Regata dei Tre Golfi

Un botto terrificante, la barca che ha sbandato, poi si è sdraiata. È buio pesto. Sono le 23.30 di venerdì, mare aperto. A metà strada tra Zannone e Ponza.

Le due isole pontine sono entrambe a tre miglia e mezzo di acqua e onde. Comincia così la brutta avventura dell’equipaggio di Arca Sgr, mica una barca a vela qualsiasi. È un maxi da 100 piedi. Una barca da corsa, una formula 1 del mare. In quel momento sta volando sull’acqua. È in testa alla Regata dei Tre Golfi, 150 miglia di tracciato con partenza da Napoli, poi Gaeta e arrivo a Salerno. È la prima prova del Campionato europeo classe maxi. Sta dominando e viaggia a tutta velocità verso il traguardo.

Poi, all’improvviso il botto. Un tronco? Il timoniere Furio Benussi pensa addirittura a un container tale è stato il rumore dello schianto e la sbandata. La barca in carbonio si piega e comincia a imbarcare acqua. I 17 membri dell’equipaggio, tutti velisti professionisti e di grande esperienza, per fortuna sono svegli e tutti in coperta: già pregustano l’arrivo a Sorrento, previsto per l’alba di sabato. Invece è un attimo e sono fermi. La barca si inclina di 45 gradi. «Albero in acqua e chiglia sotto vento» spiegheranno il giorno dopo. In molti scivolano ma tutti sono legati alle cinghie di sicurezza. Una conta veloce, tutti rispondono, tutti sono ok. 

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LA FALLA

Qualcuno riesce a scendere sotto coperta e vede la falla. Uno squarcio consistente: il maxi imbarca acqua e Benussi dà il via al protocollo di sicurezza, viene lanciato il mayday. A quel punto è prioritario evitare che il maxi affondi. Parte dell’equipaggio tampona la falla come può, gli altri la governano per quanto è possibile. «Per fortuna il vento non era sostenuto, se fosse successo un quarto d’ora dopo non staremmo qui a raccontarlo» dice Benussi. Sarebbe bastato uscire dalla “copertura” delle due isole pontine e tutto sarebbe stato molto più complicato. Sono minuti di tensione, «adrenalinici», così li racconteranno i membri dell’equipaggio.

I RIVALI AMICI 

I primi ad arrivare sono i colleghi di Shockwave 3 Prosecco Doc, l’altro maxi triestino in gara che è in seconda posizione ma non esita a deviare la rotta e a puntare verso Zannone per andare a soccorrere gli amici rivali. Si teme che la barca a vela possa affondare, ma l’abilità dell’equipaggio di Arca riesce a tenere la barca piegata dalla parte giusta con la falla per quanto possibile sopra al livello del mare. I triestini di Shockwave prestano i primi soccorsi, parte dell’equipaggio viene sbarcato sulla zattera di salvataggio mentre il resto del team ammaina con qualche difficoltà le vele. Poi arriva anche la motovedetta della Guardia Costiera che dà all’equipaggio l’ordine di lasciare il maxi. Tutto l’equipaggio, tranne il comandante di Arca Sgr Leo Bragadin, viene fatto salire a bordo della motovedetta. 

Da Ponza sta arrivando anche la barca specializzata nei soccorsi in mare della Dmd Service. «Eravamo preoccupati - spiega l’equipaggio - temevamo di non fare in tempo, di arrivare sul punto e trovare la barca già affondata». Il maxi 100 è in carbonio, potente e delicata allo stesso tempo. «Invece l’equipaggio è stato bravo, l’hanno tenuta sul lato opposto della falla, a quel punto è stato abbastanza semplice agganciarla e riportarla a Ponza». Non c’è stato neppure bisogno di utilizzare tutta l’attrezzatura in dotazione, né motopompe né palloni gonfiabili.

LE MANOVRE NEL PORTO

Certo, entrare nel porto di Ponza con quel “bestione” non è stato semplice. «Ha una chiglia che pesca 6 metri, l’unico posto possibile era la banchina del traghetto» raccontano dal porto. Poi un passaggio al cantiere Pisani per una prima riparazione, quanto basta per riprendere il mare e arrivare a un cantiere specializzato. «La regata era vinta, peccato - commenta Benussi - e invece adesso dovremo star fermi dei mesi. È successo l’imprevedibile ma la cosa più importante è che tutti gli uomini dell’equipaggio siano sani e salvi. Adesso dovremo capire la causa di quanto accaduto». 

A Ponza sono rimasti in sette, gli altri velisti sono già ripartiti. «Appena possibile riprenderemo il mare per raggiungere un cantiere specializzato» raccontano quelli di Arca Sgr dall’albergo di Ponza dove sono alloggiati dall’altra notte. 

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