Omicidio Giovanni Fidaleo, il carabiniere Giuseppe Molinaro: «Non ho avuto il coraggio di uccidere anche Miriam, mi supplicava di non sparare»

Per gli investigatori la ricostruzione del militare non è credibile

Mercoledì 22 Marzo 2023 di Marco Cusumano e Giuseppe Mallozzi
Miriam Mignano, Giuseppe Molinaro, Giovanni Fidaleo

Un regalo di Miriam Mignano per Giovanni Fidaleo. Potrebbe essere questo l'episodio che ha scatenato la furia omicida di Giuseppe Molinaro davanti all'Hotel Nuova Suio a Castelforte di Latina. È quanto emerge dal racconto del carabiniere Molinaro riportato nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Cassino Alessandra Casinelli. Nella sua versione, l'appuntato in servizio alla stazione di Carinola, riferisce di essersi recato in hotel prima delle 13 pensando di cogliere in flagrante la compagna Miriam Mignano, guardia giurata di 40 anni,  insieme a Fidaleo.

Non era la prima volta che accadeva, Molinaro racconta di aver sempre perdonato i tradimenti della sua compagna.

Tornato a casa, ha mangiato un panino e si è disteso sul divano a guardare la televisione. Ha tenuto alcune conversazioni telefoniche con la donna, che lo accusava di controllarla, informandolo che sarebbe andata a mangiare da una sua amica. Sono proseguiti i messaggi su Whatsapp, con i quali Molinaro voleva sincerarsi sui movimenti di Miriam, la quale gli risponde di essere in quel momento in caserma per registrare una pistola in suo possesso, dal momento che svolgeva la professione di guardia giurata. Ma per il militare si trattava dell'ennesima bugia. Così è risalito sulla sua Ford Focus e ha raggiunto l'Hotel Nuova Suio per incontrarsi con Giovanni Fidaleo (con il quale aveva già avuto almeno un paio di screzi in passato per la stessa motivazione).

Miriam Mignano, Giuseppe Molinaro e Giovanni Fidaleo

Alle 14.50 ha parcheggiato l'auto e mentre si incamminava è arrivata Miriam su una Fiat Punto, prestata da un amico. Nel sedile posteriore c'era un pacco. «È un regalo?» dice lui. Lei annuisce e specifica che è per Fidaleo. Così il militare chiede il confronto con il direttore dell'albergo di Suio Terme, lei frena, non vuole partecipare. Lui insiste, chiedendole di accompagnarlo e che per lei stava lasciando la sua famiglia. Dopo l'ennesima insistenza lo segue. I due si incamminano verso l'hotel mano nella mano, «come una coppia» racconta Molinaro. La porta d'ingresso era chiusa a chiave, Miriam suona varie volte il campanello.

 

Attraverso la vetrata Molinaro vede Fidaleo uscire dal suo ufficio e alla vista del carabiniere il direttore afferra una mazza di ferro, appoggiata vicino alla porta. Inveisce contro Molinaro mentre tenta di aprire la porta, il militare estrae la pistola d'ordinanza, la carica ed esplode i quattro colpi contro Fidaleo attraverso la vetrata dell'ingresso principale dell'albergo, mandandola in frantumi. Fidaleo striscia sul pavimento andandosi a nascondere dietro un divano e chiama i soccorsi con il cellulare che aveva con sé. Nel suo racconto il carabiniere riferisce di non ricordare bene quanti colpi ha esploso contro il suo rivale, ma di ricordare i due all'indirizzo della donna.

«AMMAZZO TE E MI SUICIDO»
Qui inizia un altro momento drammatico: quello dei colpi a Miriam. La donna, spaventata, afferra il braccio sinistro del carabiniere per fermarlo e viene colpita dal primo colpo, al seno. Cade a terra e lo implora: «Non ammazzarmi». Molinaro le punta la pistola contro, le grida «Ammazzo te e poi mi uccido io». Ma riferisce di non aver trovato il coraggio. Esplode il secondo colpo d'impeto, senza guardare e ferisce la donna al bacino. Miriam urla, dice di sentire freddo. «Per dieci minuti sono rimasto a fissare Miriam», racconta Molinari nella sua testimonianza, nessuna delle auto di passaggio si ferma. Poi scappa.

Raggiunge lo studio della sua psicologa, confessando il delitto. Ma prima si ferma al parcheggio del Bar "Punto G" di Teano, dove incontra sua figlia alla quale consegna 1.000 euro in contanti, l'onorario per l'avvocato che ha avviato le pratiche di separazione dalla moglie.

Ma gli investigatori non hanno dubbi. La versione non è credibile almeno in un passaggio: Fidaleo non può aver aggredito Molinari con la spranga che è stata trovata all'interno dell'hotel, mentre Molinaro ha sparato da fuori. L'omicida ha ricostruito il suo rapporto con Miriam iniziato nel 2015 spiegando di aver «scoperto il tradimento, per la prima volta, nel novembre 2021 con Fidaleo». Poi nel 2022 quando intervenne la moglie di Fidaleo dividendo i due uomini che si stavano affrontando.

UDIENZA AL RIESAME
Si è risolta con un nulla di fatto l'udienza al Tribunale del Riesame di Napoli di ieri mattina in merito alla richiesta di Giuseppe Molinaro, l'appuntato dei carabinieri che lo scorso 7 marzo ha ucciso il direttore dell'Hotel Nuova Suio Giovanni Fidaleo con quattro colpi esplosi con la sua pistola d'ordinanza e ferito con due colpi la sua ex Miriam Mignano, di beneficiare degli arresti domiciliari con l'aggiunta del braccialetto elettronico. Il tribunale si è dichiarato incompetente perché l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Maria Pasqualina Guadiano, è stata superata dalla nuova ordinanza emessa dal Tribunale di Cassino, che è territorialmente competente per l'omicidio avvenuto a Suio Terme. Molinaro, difeso dagli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli, aveva richiesto l'attenuazione della misura cautelare in considerazione del suo quadro clinico, non proprio ottimale, avendo subito anche un intervento chirurgico pochi giorni fa, e soprattutto psicologico, essendo in cura da una terapeuta di fiducia da oltre tre anni. A questo si aggiunge il fatto che il reo confesso ha mostrato collaborazione con gli inquirenti, assumendosi le proprie responsabilità per l'omicidio avvenuto nell'albergo di Suio Terme.

I suoi difensori hanno già annunciato di presentare a stretto giro il ricorso al Tribunale del Riesame di Roma contro l'ordinanza emessa dal gip di Cassino, Alessandra Casinelli, su richiesta del sostituto procuratore Chiara D'Orefice, titolare delle indagini che attendono gli esiti dei rilievi balistici del Ris di Roma e degli accertamenti dei carabinieri di Formia. Restano identici i reati già contestati: omicidio e tentato omicidio.

C'è da attendere il nuovo interrogatorio di garanzia per Molinaro, dal momento che gli atti dell'inchiesta sono stati trasmessi per competenza territoriale a Cassino, ma ad oggi ancora non è stato fissato. Nel frattempo, oltre alla famiglia di Giovanni Fidaleo, anche il titolare dell'Hotel Nuova Suio Mario Ciorra si costituirà parte civile, mentre Miriam Mignano (assistita dall'avvocato Giuliana De Angelis), che venerdì scorso, dopo il placet dato dai medici, è stata interrogata dai carabinieri diretti dal Maggiore Michele Pascale confermando la versione resa da Molinaro e cioè che si è trattato di un incontro chiarificatore finito nel sangue.

Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA