Omicidio Desirée, nuove accuse della Procura contro il branco

Martedì 22 Gennaio 2019 di Marco Cusumano
Desirée Mariottini
L'inchiesta sull'omicidio di Desirée Mariottini è vicina a un passaggio determinante, il deposito delle consulenze tecniche e dei risultati completi dell'autopsia che potranno fissare alcuni punti fermi da utilizzare nel futuro processo. Intanto ieri alcuni degli indagati sono comparsi davanti ai magistrati romani che indagano sul caso. Le accuse prendono forma con maggiori dettagli e, in alcuni casi, con ulteriori contestazioni che riguardano fatti precedenti al delitto.

L'accusa di spaccio di droga riguarda Mamadou Gara, 27enne senegalese, Chima Alinno, 46 anni nigeriano; Brian Minthe, 43 anni senegalese e Yusif Salia, ghanese 32enne. Per Gara e Salia lo spaccio di sostanze stupefacenti è aggravato dalla minore età della vittima (in riferimento a Desirée) mentre per Gara spunta anche l'accusa di prostituzione minorile.

Yusif Salia - difeso dagli avvocati Cestra, Matrella e Vetritto - ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm, così come ha fatto Gara. Nel nuovo capo d'imputazione sono stati inseriti alcuni elementi nuovi che rendono le accuse maggiormente circostanziate. Nel capo numero 3, che riguarda l'omicidio, si contesta non solo l'avere «indotto ad assumere ed averle anche somministrato (...) metadone, eroina e medicinali contenenti sostanze stupefacenti e psicotrope quali Tranquirit e Rivotril dagli effetti potenzialmente letali al fine di poterne abusare sessualmente», ma anche «impedendo che altri la soccorressero quando si manifestava una grave sofferenza respiratoria, affermando che meglio che lei muore che noi in galera». La frase, inserita nel capo d'imputazione, è attribuita proprio a Salia, descritto dai giudici come un uomo cinico e con un personalità caratterizzata da «totale inconsistenza morale».

Anche per lui tra le aggravanti c'è «aver commesso il fatto in occasione del delitto di violenza sessuale di gruppo», oltre a tutte le altre legate alla minore età, alla crudeltà, ai motivi abietti. Per i giudici del Riesame Salia «ha avuto modo di constatare le condizioni nelle quali la povera ragazza si trovava. Desirée ha perso totalmente conoscenza, aveva la bava alla bocca e non era in grado di parlare».

Marco Cusumano
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