Pronta la rete ictus un percorso dedicato da casa all'ospedale

Domenica 5 Luglio 2020 di Giovanni Del Giaccio
Pronta la rete ictus un percorso dedicato da casa all'ospedale

Una rete dell'ictus simile a quella dell'infarto a Latina. È un progetto datato ma che, finalmente, è pronto a partire e metterà insieme, ancora una volta, territorio e ospedale. In quest'ultimo specialità diverse, dalla radiologia alla neurologia, dalla neurochirurghia alla medicina d'urgenza e fino alla radiologia interventistica. «La rete avrà la stessa importanza di quella dell'infarto - spiega Cesare Ambrogi, da qualche tempo alla guida della radiologia del Santa Maria Goretti - è una patologia tempo dipendente, si può intervenire asportando il trombo ed eliminando il pericolo di morte o quello di un deficit a vita». L'ictus, fra l'altro, sta facendo registrare un'età media della manifestazione sempre più bassa «vediamo molti giovani, stress e fumo hanno abbassato il momento dell'insorgenza».
Adesso, però, la rete è pronta: «Tecnologicamente lo eravamo già. Tre tac, una delle quali force, una risonanza magnetica alla quale ne andrebbe affiancata una seconda, ora è arrivata anche la disponibilità di medici e infermieri e c'è il materiale per l'angiografia. Va detto che la Asl ha puntato molto su questo percorso e grazie a una serie di fattori concorrenti ci siamo».
Come funzionerà? «Il paziente sarà preso a casa, si farà una prima anamnesi, in pronto soccorso ci sarà un percorso dedicato e il paziente sarà sottoposto a Tac perfusionale che consente di verificare quello che noi chiamiamo la zona ombra - cioè tessuto compromesso - e penombra, sulla quale è possibile intervenire. Se prevale la seconda si interviene asportando il trombo e l'area viene immediatamente irrorata. Non promettiamo miracoli, sia chiaro, ma quello che ci permette la scienza sì e lo facciamo». Secondo Ambrogi si andrà a pieno regime a settembre «inizialmente funzionerà solo nelle ore diurne, ma contiamo di completarlo presto sulle 24 ore». Il percorso non termina in ospedale, anzi: «Si inizia sul territorio e ci si torna, con la riabilitazione dopo l'intervento, un circolo di cure che segue il paziente anche dopo la dimissione».


 Che situazione ha trovato a Latina? «Questo ospedale ha una grande tradizione e dobbiamo esserne orgogliosi, si tratta di migliorare quello che c'è, armonizzare i servizi con gli ospedali intorno, per il resto tecnologicamente è avanzato e con i doni della Fondazione scienza e ricerca ha completato un'offerta già d'avanguardia, le sale angiografiche sono moderne, la collaborazione con le altre specialità massima. Un sogno? Se è permesso, una una risonanza magnetica 3 tesla, l'offerta diventerebbe completa. Abbiamo spazi ristretti, per ora, ma anche in questo la Asl ha programmato degli interventi che consentiranno anche dal punto di vista strutturale un ampliamento». A settembre la novità della rete dell'ictus attesa da tempo e finalmente pronta a partire.
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