Inchiesta Karibu, parla il medico che curò i migranti: «Struttura affollata e tenuta male»

Sabato 24 Dicembre 2022 di Marco Cusumano
Inchiesta Karibu, parla il medico che curò i migranti: «Struttura affollata e tenuta male»

Intorno ai numerosi migranti ospiti nelle strutture gestite da Karibu ruotavano diversi professionisti con molteplici ruoli.

Oltre al personale direttamente assunto da Karibu e Aid, soprattutto operatori sociali e mediatori culturali, c'erano anche i medici della Asl che si occupavano dell'assistenza sanitaria per gli stranieri.

Uno di loro era Gino Cece, medico di famiglia ed ex consigliere comunale di Cisterna, che si occupò di oltre cinquanta migranti. «Fui contattato dalla cooperativa - racconta Cece - perché dovevano indicare il medico di famiglia per gli ospiti di due strutture, ad Aprilia e a borgo Le Ferriere. Il sistema funzionava allo stesso modo rispetto ai cittadini italiani, veniva scelto un medico di famiglia con disponibilità che poi si occupava delle visite e della prescrizione dei farmaci in caso di necessità. Contattarono me perché avendo lo studio a Cisterna, il collegamento era abbastanza semplice».

Il medico della Asl si recava nei centri di accoglienza per visitare chi aveva bisogno di assistenza. «Esatto - spiega Cece - ogni settimana mi recavo al centro Rehema di Aprilia dove era stata allestita una piccola struttura esterna dove io ricevevo i migranti per le visite. Con loro c'era sempre un mediatore culturale per facilitare la conversazione, si trattava soprattutto di giovani in condizione di salute discrete, ricordo alcuni casi di coliche renali, ma in generale le condizioni di salute non erano preoccupanti».

La struttura che ospitava i migranti era in buone condizioni? «Sinceramente - risponde il medico - non sono mai entrato nell'area delle stanze perché appunto rimanevo fuori per le visite, ma posso dire che la struttura non era ben tenuta e sicuramente c'erano molti ospiti, probabilmente più della capienza prevista».

Effettivamente una delle contestazioni più ricorrenti rispetto alla gestione Karibu riguarda proprio le condizioni delle strutture di accoglienza, spesso caratterizzate da incuria, muffa, infiltrazioni, freddo e assenza di manutenzione minima.

La Rehema, che sarebbe stata subaffittata per 10.000 euro al mese, è stata anche oggetto di ispezioni ministeriali nel lontano 2018 che hanno evidenziato problemi di sovraffollamento e scarsa igiene in diversi locali. Ma anche le forniture di cibo, all'epoca affidate a una ditta esterna, risultarono inadeguate rispetto alle esigenze minime dei migranti.

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