Caro Gazzettino,
ho avuto la fortuna di assistere, ieri sera, al toccante spettacolo di Simone Cristicchi “Magazzino 18”, esempio di teatro civile capace di reggersi in equilibrio tra storia e sentimento, schivando nel contempo il rischio di schierarsi ideologicamente e ricavare, dalla storia dell’esodo giuliano-dalmata, una rappresentazione che sicuramente avrebbe compiaciuto solo una parte del numeroso pubblico.
Applausi per l’artista, e pollice verso all’organizzazione: anzi, alla disorganizzazione, che ha reso così ardua e sgradevole l' entrata degli spettatori. Poiché locandina e giornali riportavano “ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili”, una gran folla ha atteso lungamente fuori dal Teatro Toniolo di Mestre, flagellata dalla pioggia e dal vento.
Alla fine, solo qualche decina di persone è potuta entrare e godersi lo spettacolo, poiché una buona parte degli ingressi si è scoperta essere “ad invito”.
Quanti erano i privilegiati? Per carità, è legittimo riservare poltrone ad amministratori pubblici, presidenti di associazioni, rappresentanti di questa o quell’altra istituzione, ma l’impressione era che “gli invitati” fossero in percentuale bulgare rispetto alla gente comune, che intanto sacramentava sotto le raffiche di bora.
Eppure sarebbe stato così semplice distribuire i biglietti gratuiti qualche giorno prima dello spettacolo, magari predisporre qualche transenna per organizzare una fila civile, riservare un ingresso alle persone munite di invito (che invece hanno dovuto farsi largo tra persone inferocite, magari arrivate fin sulla porta del foyer, e alle quali veniva negato l’ingresso).
Mi auguro per il futuro di che assessori e amministratori mettano da parte l’autoreferenzialità, per privilegiare una comunicazione utile, e un’organizzazione attenta e puntuale. E’ chiedere troppo, essere trattati da cittadini e non da peones?
Luisa Bonifacio
Mario Zilio
Mestre
Ultimo aggiornamento: 20:39
ho avuto la fortuna di assistere, ieri sera, al toccante spettacolo di Simone Cristicchi “Magazzino 18”, esempio di teatro civile capace di reggersi in equilibrio tra storia e sentimento, schivando nel contempo il rischio di schierarsi ideologicamente e ricavare, dalla storia dell’esodo giuliano-dalmata, una rappresentazione che sicuramente avrebbe compiaciuto solo una parte del numeroso pubblico.
Applausi per l’artista, e pollice verso all’organizzazione: anzi, alla disorganizzazione, che ha reso così ardua e sgradevole l' entrata degli spettatori. Poiché locandina e giornali riportavano “ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili”, una gran folla ha atteso lungamente fuori dal Teatro Toniolo di Mestre, flagellata dalla pioggia e dal vento.
Alla fine, solo qualche decina di persone è potuta entrare e godersi lo spettacolo, poiché una buona parte degli ingressi si è scoperta essere “ad invito”.
Quanti erano i privilegiati? Per carità, è legittimo riservare poltrone ad amministratori pubblici, presidenti di associazioni, rappresentanti di questa o quell’altra istituzione, ma l’impressione era che “gli invitati” fossero in percentuale bulgare rispetto alla gente comune, che intanto sacramentava sotto le raffiche di bora.
Eppure sarebbe stato così semplice distribuire i biglietti gratuiti qualche giorno prima dello spettacolo, magari predisporre qualche transenna per organizzare una fila civile, riservare un ingresso alle persone munite di invito (che invece hanno dovuto farsi largo tra persone inferocite, magari arrivate fin sulla porta del foyer, e alle quali veniva negato l’ingresso).
Mi auguro per il futuro di che assessori e amministratori mettano da parte l’autoreferenzialità, per privilegiare una comunicazione utile, e un’organizzazione attenta e puntuale. E’ chiedere troppo, essere trattati da cittadini e non da peones?
Luisa Bonifacio
Mario Zilio
Mestre
