Reddito di cittadinanza, i consigli di un'imprenditore: il vero nutrimento è il lavoro

Mercoledì 26 Dicembre 2018
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Egregi Dr. Conte, sig.ri Salvini e Di Maio,

mi permetto un piccolo suggerimento, da piccolo imprenditore quale sono, nato da una piccola azienda familiare di cui presi le redini a 19 anni, quando mio padre mori e che portai in 35 anni da zero fino a circa 200 dipendenti di oggi, oltre all’indotto altri 250, con 60 milioni di € di fatturato, secondo marchio di spumante nel mondo nel travel retail, dopo Moet e Chandon. Il terzo è Veuve Cliquot.

Lavoro duro, agli inizi dormendo in auto e facendo la barba nelle fontane, piccoli bilanci al limite della sopravvivenza, fatica fisica a portare sacchi di vinaccia che spezzavano la schiena, e ancora oggi, domeniche al lavoro e viaggi in ogni parte del mondo, con l’obiettivo, di dare un futuro alla mia famiglia e a questa azienda.

Ho scoperto che la forestale di Belluno, non ha trova sufficiente manodopera per lavorare e recuperare gli 1,5 mil. di m3 di legame che è stato sradicato dalla forza del vento di pochi mesi fa. Legname pari al disboscamento e fabbisogno di 40 anni e che dovrebbe essere pagato 100 € al m3, ma che invece il mercato, approfittando della situazione, ne offre 15. Legname che deve esser raccolto prima delle stagioni delle piogge, prima che marcisca e diventando inutilizzabile; oltre a tutto se accatastato correttamente, potrebbe poi essere stagionato e venduto correttamente negli anni a venire.

Alle persone che dovrebbero ricevere un reddito di cittadinanza, bisogna chiedere di lavorare per quanto sopra: dare loro la possibilità di guadagnarseli, di avere l’onore di avere un lavoro, di dimostrare che non vogliono essere un peso per nessuno. E dare la stessa possibilità a chi usufruisce dei contributi della disoccupazione.

E non c’è solo la provincia di Belluno che può essere presa come spunto: far costruire beni di pubblico interesse, carceri o ponti, tunnel o strade, coltivare campi o pulire le città.

Sono favorevole a dare un sostegno a chi ne ha bisogno, ma il vero nutrimento per un uomo, è il lavoro e mangiare il pane che ha guadagnato, solo così si sviluppa un il benessere di una società; la cultura italiana, è una cultura di operosità, di gente che nei secoli ha costruito città, palazzi, opere, cibo, industrie, tecnologie, e che ha saputo ed è ancora oggi, capace di essere ai primissimi posti nel mondo nella graduatoria delle economie e al primo posto in tanti settori.

Grazie e buone feste


Sandro Bottega
Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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