Oggi molti si sono scordati come ci si comporta in un luogo sacro

Domenica 1 Gennaio 2017
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Ricordo ancora con piacere gli insegnamenti ricevuti da bambino dal mio vecchio parroco su come comportarsi in un luogo sacro, e proprio per questo vorrei dolermi di alcuni atteggiamenti che si vedono in chiesa. Spesso si entra vestiti in maniera scollacciata, si passa davanti all’altare inchinandosi come una volta si faceva in salotto davanti alle signore, anziché genuflettersi pur potendolo fare, si sta seduti con le gambe accavallate come al bar, e per lo scambio del segno di pace le strette di mano si prolungano all’infinito tra sorrisi, saluti e pacche sulle spalle. Durante la S. Comunione col Tabernacolo aperto, molti rimangono comodamente seduti dando un’occhiata al cellulare, che naturalmente squilla nei momenti di raccoglimento. Al termine della funzione tanti vanno via prima che il sacerdote sia rientrato in sacrestia, intrattenendosi chiacchierando amenamente lungo le navate. E poi, a cosa servono gli applausi in chiesa? Non si è mica a teatro. È probabile che qualcuno ritenga queste righe il frutto di un pensiero un po’ demodé non in linea con i costumi della società moderna, attaccato alle forme e poco alla sostanza. Non credo sia così, per il rispetto dei luoghi e per la solennità dei riti, la forma mai come questa volta diventa anche sostanza.

Michele Massa
Bologna
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