Migranti sì, migranti no, non siamo più la terra dei cachi! Siamo tutti convinti che in tema di migranti (naufraghi, migranti economici, migranti perché minacciati dalla repressione politica a casa loro, dalla violazione dei diritti umani e politici, ecc.) vadano fatte le debite distinzioni? Veniamo subito al dunque. Oggi sulle nostre coste meridionali arrivano due nuove categorie di naufraghi, quelli spinti in mare dagli scafisti e poi abbandonati sui barchini senza cibo ne acqua (passaggi low cost) e, a quanto sostengono alcuni nostri esponenti politici di varia estrazione, migranti deluxe accompagnati in barca sicura fino alle navi delle Ong. Sarà vero? Sarà falso? Semplice. Le navi Ong sono poche, 5 o 6 in tutto. Bene. Se abbiamo il sospetto che, oltre a raccogliere quando capita i naufraghi in acqua nel Mediterraneo o su tremolanti gommoni in fase di affondamento, le Ong facciano anche attività di traghetto per i migranti con trasbordo al limite delle nostre acque territoriali, previo appuntamento con i trafficanti che li accompagnano a bordo nelle navi, asciutti e pimpanti, andiamo a verificare. Come? Mettiamo in mare permanentemente 6 o 7 navi nostre a controllarne attività e rotte. Abbiamo droni, aerei e satelliti oltre ad aerei da ricognizione a sufficienza.
Detto questo, della serie: basta con le bieche ideologie, serve pragmatismo e senso di responsabilità nei confronti del bene del nostro Stato, che va tutelato pur nel rispetto dei diritti umani, veri e reali, che in Italia nessuno ha mai messo in discussione e dei quali, nel Mediterraneo soprattutto, ci siamo sempre fatti carico. Cosa ne pensano i miei tanti amici marinai? Troppo semplicistico? Tant'è.
Roberto Bernardini
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