Servizio pubblico, su notizie di terrorismo e cronaca nera l'informazione non deve entrare nei dettagli

Venerdì 24 Gennaio 2020
Da compartecipante del servizio pubblico radiotelevisivo, mi sono domandato perché mai la RAI, giornalmente somministra, ripetutamente, a noi fruitori e paganti il canone, una "razione" di cronaca nera con misfatti di ogni genere compresi gli atti di terrorismo.

E non più come informazione semplice, ma con una tale dovizia di particolari e tecnicismi, buoni per gli allievi di una scuola di polizia. Il diritto di cronaca così concepito, confesso, a me appare pericoloso, perché veicola messaggi non filtrati ad un vasto pubblico di grandi e piccini, con anche personalità fragili di buona o di cattiva volontà. Un insieme di individui non sicuramente omogeneo, che in maniera subliminale o diversamente può essere indotto, per emulazione, a ripetere crimini già visti.

Non di meno la numerosa casistica di delitti che giornalmente si arricchisce di varianti, può indurre a comportamenti asociali o ad acquisizione di informazioni, prima sconosciute, per crimini di ogni genere, perfino contro la sicurezza nazionale. Dunque, informazione sì ma senza esagerare nei contenuti e nei tempi di visione/ascolto.

Giuseppe Cancemi
Belluno
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