La diffusione dell'evasione fiscale: le vie del Signore sono infinite

Sabato 11 Novembre 2017
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Evasione è un termine che può alludere a diversi significati, positivi o negativi che siano. La ricerca del bello può essere intesa come evasione, significa pure calarsi nel profondo e meditare. La preghiera è evasione, il silenzio è evasione dai rumori e pace dei sensi. Il verbo operativo che la traduce è il verbo “evadere” traduzione a volte pesante perché di contenuto negativo. Evadere significa fuggire, sfuggire ai doveri fiscali, i cui oneri non trasferiti allo Stato per le sue esigenze di produrre servizi o altro a favore della collettività, rappresentano proventi puliti per gli evasori. Che pullulano nel sistema non con iniziative benefiche, ma per tornaconto squisitamente personale e a vantaggio della disposizione privata del capitale.

Comunque l’evasione è sempre esistita, anche ai tempi del baratto quando qualche conchiglia in meno allo Stato garantiva un filino di benessere all’evasore. Oggi gli evasori si propagano per gemmazione, di padre in figlio, causa il Dna, oppure per un acido diverso, causa la mancanza di grado di parentela tra individui, e che io chiamerei in particolare “leasing agevolato”, termine abbastanza riduttivo per definire quei rapporti occulti che danneggiano lo Stato e il suo sistema economico. Per evadere le vie del Signore sono infinite, un buio labirinto dal quale non si può uscire perché si è licenziata la guida. Tutte le vie vanno a cozzare contro il settimo comandamento, che, se messo in pratica ti invita a non rubare.

Giuliano Paganin
San Pietro in Gu (Padova)
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