​Benefici e riconoscimento status di vittime del dovere, la nostra battaglia

Giovedì 16 Luglio 2020
Benefici e riconoscimento status di vittime del dovere, la nostra battaglia
Caro Gazzettino,
è stata ottenuta una importante vittoria contro una presunta prescrizione che non può esistere. Si può infatti prescrivere lo status, che riconosce un modo di essere di una persona e, di conseguenza, una sua condizione giuridica? Si può prescrivere lo status di figlio? Di cittadino? Ovvio che no. Non si smette di essere figli o cittadini, e meno che mai si può smettere di essere Vittime del Dovere. Purtroppo chi lo diventa lo rimane per sempre. Un Servitore dello Stato che paga con la vita o con la propria salute il prezzo del suo servizio, e allo stesso modo i suoi Familiari, patiscono per tutto il resto dell’esistenza. Ecco perché Fervicredo conduce una tenace battaglia contro la grave ingiustizia operata dalle Amministrazioni che dichiarano ‘prescrittibile’ lo status di Vittime del Dovere, rigettando su questo presupposto totalmente infondato, una dopo l’altra, tante istanze per il relativo riconoscimento. Non ci fermeremo fino a che non verrà meno questa odiosa manovra di nascondersi dietro a una interpretazione assolutamente ‘fantasiosa’, tesa solo a giocare al risparmio sulla pelle di chi ha già pagato troppo, e grazie all’instancabile amico Luigi Elefante abbiamo già raggiunto un punto prezioso”. Così Mirko Schio, presidente dell’associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), presenta l’ennesima battaglia condotta nell’interesse dei suoi iscritti, per il tramite del suo legale, l’avvocato Luigi Elefante, contro una consolidata prassi che vede le Amministrazioni della Difesa e dell’Interno rigettare le istanze per il riconoscimento dello status di Vittima del Dovere per “prescrizione”.

La Legge che riconosce l’applicazione di determinati benefici alle Vittime del Dovere risale al 2006, e secondo una radicata interpretazione operata presso i ministeri della Difesa e dell’Interno, dopo 10 anni la Vittima sarebbe ormai “fuori tempo” per chiedere il riconoscimento del relativo status. Ecco perché tutte le istanze presentate dal 2016 in poi, in pratica, vengono respinte a causa del decorso del tempo, nonostante che la Legge che delinea e raggruppa i casi che consentono di essere considerati Vittime risalga al lontano 1961. “Questa brutta prassi non ha un fondamento giuridico, ma comincia finalmente a scricchiolare – spiega l’avvocato Elefante -, perché dopo aver proposto una serie di ricorsi ‘pilota’ contro i provvedimenti di diniego per ‘prescrizione’, che riteniamo totalmente infondati, finalmente abbiamo incassato quel tipo di pronuncia giurisdizionale che attendevamo, perché è stata accolta la nostra tesi secondo cui lo status di Vittima è imprescrittibile. Si tratta di un riconoscimento molto importante, perché assevera il principio fondamentale sul piano del diritto sostanziale, che cioè lo status di Vittima è immutabile e dunque non si può prescrivere l’azione volta a chiederne il riconoscimento. Le Amministrazioni interessate devono solo verificare se le circostanze che riguardano la persona che presenta l’istanza rientrano o meno nei casi previsti dalla legge per dichiararla Vittima del Dovere. E’ un’azione accertativa, non costitutiva dello status. Pronunce giurisdizionali di questo tipo – conclude l’avvocato Elefante – rappresentano una vittoria importante per tutte quelle persone che, dopo il loro sacrificio, hanno il sacrosanto diritto di ricevere dallo Stato quel segno tangibile di vicinanza e solidarietà che, pure, non potrà mai colmare il debito che tutti abbiamo nei loro confronti. Persone per le quali, ancora una volta, Fervicredo si batte a testa bassa perché siano spazzate via ingiustizie intollerabili”. 
Ultimo aggiornamento: 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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