Lockdown, restano in zona rossa 11 regioni (ma il Lazio spera nell'arancione il 29). Liguria e Calabria in bilico

Giovedì 18 Marzo 2021 di Diodato Pirone
Lockdown, l’indice dei contagi non cala: un’altra settimana in zona rossa. La Liguria e altre 4 in bilico

Le Regioni in bilico fra la fascia rossa e quella arancione per la prossima settimana sono cinque: Toscana, Valle d’Aosta, Liguria, Calabria e Molise. Le prime quattro potrebbero salire di un gradino nella scala delle chiusure, l’ultima potrebbe scendere. Ma l’ipotesi più gettonata è che il report che sarà esaminato oggi dalla cabina di regia non muova neanche una pedina sullo scacchiere regionale italiano molto colorato di rosso. Da lunedì scorso, infatti, ben 11 Regioni sono in rosso e questo dato di fondo non cambierà perché chi (9 Regioni) è finito nel massimo regime di restrizioni dovrà rimanerci per almeno due settimane. Questo significa che solo il prossimo esame del 26 marzo potrebbe far emergere qualche novità soprattutto per il Lazio che già ora ha un indice Rt da zona arancione.

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Il report di oggi, come detto, potrebbe al massimo portare al passaggio in fascia rossa della Toscana (che però in base agli ultimi dati sembra difficile) o forse di Liguria, Calabria e Valle d’Aosta.

E, forse, a un arretramento in fascia arancione del Molise che è in rosso da moltissimo tempo per via dell’esplosione delle sue terapie intensive.

Tutte le 9 regioni per le quali è scattato da lunedì il rosso (Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia) non possono per ora “scendere” in zona arancione, in base alla regola per cui è obbligatorio rimanere nella fascia di maggior rischio almeno due settimane.

LE REGOLE 

Vale la pena ricordare alcune delle disposizioni dell’ultimo decreto legge del governo Draghi: l’intera Italia sarà in fascia rossa a Pasqua e Pasquetta (3,4 e 5 aprile) e fino al 6 aprile nelle regioni gialle saranno in vigore le restrizioni stabilite per le zone arancioni (divieto di spostamento dal comune di residenza, bar e ristoranti chiusi tranne che per l’asporto). Inoltre le restrizioni della zona rossa (negozi, bar, ristoranti e scuole chiuse) si applicano automaticamente non solo nelle Regioni con Rt sopra 1,25 ma anche in quelle dove l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti.

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IL CASO TOSCANA

Quest’ultima norma ha provocato il lockdown nelle Marche e in Trentino. E ora potrebbe precipitare in fascia rossa anche la Toscana a partire da lunedì prossimo. Anche se, rispetto all’ultimo monitoraggio, l’indice di contagio Rt (che era a 1,23 a Firenze e dintorni ossia a un passo dalla soglia critica di 1,25) è in miglioramento. E l’incidenza dei nuovi positivi resta, sia pur di un soffio, sotto la soglia critica di 250 nuovi positivi. «Siamo a 246 contagi su 100 mila abitanti, sotto la soglia di 250. La Toscana quindi può pensare di rimanere in zona arancione anche per la settimana prossima» ha sottolineato ieri il presidente della Toscana, Eugenio Giani. Questo non significa che la situazione della Toscana sia facile perché i casi sono talmente tanti che alcune province sono in rosso su disposizione della stessa Regione: a Pistoia e Prato rischiano di aggiungersi Arezzo e Grosseto.

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Sotto osservazione, come detto, anche Liguria, Calabria e Val d’Aosta, dove Rt nell’ultimo monitoraggio era vicino alle soglie limite. Mentre il Molise, (rosso dal primo marzo) che nel monitoraggio del 12 marzo aveva parametri arancioni, potrebbe scendere nella fascia arancione.

Le 9 regioni messe in rosso lunedì scorso dall’ordinanza del ministro Speranza devono sperare nella riunione della cabina di regia del 26 marzo per cambiare status. Quelle favorite per “scendere” in arancione sono Lazio, Veneto e Lombardia. Ma per ora anche per loro i parrucchieri restano chiusi.
 

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 11:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA