Willy Monteiro, la superteste: «Tutti lo hanno colpito senza pietà, è morto tra le mie braccia»

Giovedì 10 Settembre 2020 di Alessia Marani
Willy, la superteste: «Tutti lo hanno colpito senza pietà, è morto tra le mie braccia»

«Gabriele Bianchi ha sferrato a Willy un calcione all’addome che l’ha fatto cadere a terra e non lo ha fatto più respirare, poi tutti, lui, il fratello più piccolo Marco, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, l’hanno colpito ancora. Senza pietà. Willy è morto tra le mie braccia, non ha avuto nemmeno il tempo di rendersene conto. Sono tutti colpevoli». Mentre i ragazzi scappavano di fronte alla violenza cieca del “commando”, lei, F., che compirà 24 anni la prossima settimana e la sua amica, di 19 appena, hanno provato a fermarli e sono rimaste a soccorrere Willy Monteiro Duarte. La ragazza esce di casa, in una frazione di Colleferro, seguita a vista dalla mamma che ha in braccio il più piccolo dei suoi figli, F. è la seconda: «Li ho educati alla rettitudine, F. non si è tirata indietro e testimonierà al processo. Io sono polacca, mio marito è straniero e siamo venuti qui in Italia per lavorare e crescere i nostri ragazzi proprio come i genitori di Willy a cui ora, va resa almeno giustizia». F. saluta la mamma e sale in auto.

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Dove sta andando?
«Dai carabinieri. Mi sta aspettando anche la mia amica che è ancora spaventata. Ci hanno chiamato perché vogliono ascoltarci di nuovo».

Lei ha già messo a verbale che ha visto Gabriele Bianchi dare un calcio molto violento a Willy, lo confermerà?
«Sì assolutamente».

Conosceva i fratelli Bianchi?
«Qui li conoscono tutti. E conosco anche Pincarelli e Belleggia. Tutto il gruppo sta spesso tra i localetti di largo Santa Caterina, danno fastidio, stanno sempre su di giri, non si tengono».

Testimoni affermano che Pincarelli, il primo che avrebbe innescato la scintilla importunando una ragazza di Colleferro, fosse anche ubriaco...
«E non era la prima volta e mica solo lui. La settimana scorsa ha molestato anche me. Ero al compleanno di mio fratello che fesetggiava in uno dei pub. Mi si è messo addosso, non mi lasciava in pace, pretendeva che andassi in auto con lui ad Artena. Sono dovuta correre via per liberarmene, farmi accompagnare a casa perché non si fermava. Ha rovinato la festa di mio fratello».

Conosceva anche Willy?
«Da tanti anni, era compagno di scuola alle medie di mia sorella. Stavamo spesso tutti insieme, era un pezzo di pane. La sua famiglia è adorabile, sua sorella Milena viene a trovarmi per farmi le treccine afro, è bravissima».

Lei era con Willy e i suo amici quando è stato picchiato e ucciso? 
«No, io ero con la mia amica e ci stavamo dirigendo verso i giardinetti per tornare a casa. Prima ho visto Pincarelli che litigava con Federico. Quindi mi sono avvicinata a Federico per capire meglio, con Pincarelli c’era Belleggia, quello col braccio ingessato, stanno sempre insieme».

E non ha visto una terza persona telefonare ai Bianchi per chiedere il loro intervento?
«No, però ho visto che Belleggia si era allontanato un momento e stava telefonando, per me potrebbe essere stato anche lui a chiamarli, ma questo lo debbono verificare i carabinieri».

E poi che cosa è successo?
«Poco dopo che ho osservato Belleggia telefonare, ho visto piombare in strada a folle velocità quell’auto scura con tre ragazzi a bordo: uno è rimasto dentro, ma sono scesi i fratelli Bianchi che hanno cominciato a sbracciare. Gabriele si è accanito subito su Willy».

Quanti colpi ha ricevuto Willy?
«Tanti, calci e pugni. Quando è caduto a terra lo hanno colpito tutti».

Anche il ragazzo col braccio ingessato?
«Sì anche Belleggia».

E secondo lei c’è stato un colpo letale?
«Sì, il primo calcio all’addome, dato a freddo da Gabriele. Willy è rimasto senza fiato, l’ho sentito tirare due respiri e poi emettere come un rantolo. È finito a terra e quelli gli sono andati sopra. È durato tutto pochissimo».

Ha provato a soccorrerlo?
«L’ho visto morire praticamente tra le mie braccia, ho fatto largo a una donna che ha provato a fargli il massaggio cardiaco ma ormai era inutile».

Ha un ricordo particolare di Willy? 
«Tanti, troppi, tutti belli che riempiono il cuore».

Pare che in molti già prima dell’omicidio non abbiano avuto il coraggio di denunciare i fratelli Bianchi e gli altri. E ancora oggi alcuni tentennano a testimoniare sul delitto. Lei non ha paura?
«Vede, io studio Giurisprudenza e anche se, per mantenermi, vivo all'estero e lavoro come cameriera in un ristorante di Briatore, un giorno farò l’avvocato: la giustizia viene prima di tutto».

 

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Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 06:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA