Virus, tra distanze e protezioni la metro preferita ai bus

Martedì 5 Maggio 2020 di Roberta Amoruso
Virus, tra distanze e protezioni la metro preferita ai bus

I numeri sono più o meno quelli di una qualsiasi giornata festiva dell'era pre-covid. È andata così su treni, bus, metro e aerei il rientro al lavoro di 4,4 milioni di italiani, il simbolo della fase 2 partita ieri anche per qualche spostamento intraregionale. Circa il 25% dei biglietti staccati sui trasporti locali. Più piena la metro che gli autobus. Tutto secondo protocollo, a quanto pare, mascherine, distanze di sicurezza, vetture a capienza ridotta, percorsi obbligati e flussi sotto controllo anche grazie alla redistribuzione dell'orario di lavoro. Non è dunque scattato il caos temuto da qualcuno. Certo, i flussi potrebbero cambiare nei prossimi giorni, quando riprenderanno anche i lavoratori più lontani dalle fabbriche, secondo uno schema implementato da molte aziende. Oppure se scenderà l'indice della paura che ha spinto in molti a utilizzare i mezzi privati. Ma, intanto, la prova del 4 maggio si può dire superata per il trasporto, soprattutto per quello locale chiamato a superare il test più difficile. Un bilancio più preciso sarà illustrato oggi nel corso dell'incontro previsto oggi tra il ministero delle Infrastrutture e le associazioni del Trasporto pubblico locale.

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I PALETTI
Anche la ministra Paola De Micheli, indossata rigorosamente la sua mascherina ieri mattina tra le 8 e 9 ha preso la metro, ha visitato la Stazione Termini di Roma, centro ideale dei trasporti nazionali e poi ha preso un autobus per andare a lavoro. Pochi i passeggeri, sia a terra che a bordo. «Non dico che sia tutto perfetto», ha commentato la ministra ospite a Otto e mezzo, «ma è una fase sotto controllo, avendo saputo gestire i flussi previsti. Stiamo lavorando con le aziende per il controllo dei flussi e delle attività». E ora «pensiamo al 18 maggio».
File ordinate ieri anche alla Stazione Centrale di Milano, principale capolinea nord dell'asse che passa per Roma, per salire sul Frecciarossa che punta al Mezzogiorno, e code disciplinate anche a Napoli, all'arrivo, per il termoscanner. Nessun viaggiatore oltre i 37,5 gradi, livello che avrebbero fatto scattare il test sierologico. Nessuna ressa nemmeno alle stazioni di Torino e Bologna.

In città, intanto, ci si muove in bus e in metro. A Roma, la sindaca Virginia Raggi ha raccomandato «prudenza e responsabilità», e i mezzi pubblici possono circolare fino alle 23,30, con controlli nelle stazioni e alle biglietterie e con una capienza fino al 50%.

Qualche fila fuori alle stazioni della metro dovute all'ingresso contingentato. I primi bilancio di fine giornata raccontano del 15% dei biglietti staccati rispetto a una giornata pre-Covid sulla metro e sulle ferrovie regionali, 110 mila, mentre poco meno del doppio sono le vidimazioni sui bus: il calo complessivo è intorno all'85%. Circa 1.300 i bus nella Capitale con 4.000 autisti e 400 addetti al controllo, tutti in mascherina. Tranne un autista multato con 400 euro perché non la indossava in servizio: «Mi si appannano gli occhiali» si è giustificato. Più di un romano, comunque, ha preso l'auto, tra le polemica sul ripristino delle strisce blu a pagamento, creando ingorghi in particolare sul Gra. «Ma ci sono più bici in circolazione» hanno registrato in Campidoglio. Più traffico a Napoli, con gente in attesa del bus alle fermate. Più gente in strada anche ad Ancona e non è mancato il passeggero ribelle che voleva salire in autobus senza mascherina. Nessun assembramento registra invece l'Atm di Milano. Pochi e disciplinati i passeggeri anche a di Bologna. Venezia supera la prova con alcuni bus sovraffollati ma tutto regolare sui vaporetti in Laguna. Serena la ripartenza di Trieste. Ma per molti la prova continuerà nei prossimi giorni.

 
 



 
 
 

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