Covid e la mappa del rischio: dalla Francia alla Romania l'assedio del virus all'Italia

Domenica 26 Luglio 2020 di Mauro Evangelisti
Covid e la mappa del rischio: dalla Francia alla Romania l'assedio del virus all'Italia

L'assedio del coronavirus. L'Italia, sia pure non nella misura in cui si sperava, ha abbassato la curva dei contagi, che oscillano oggi giorno tra 200 e 300. Negli ospedali ci sono meno pazienti Covid (in terapia intensiva sono scesi a quota 41, anche se negli altri reparti c'è stato un incremento, da monitorare, a 731); la situazione sembra tenere perché comunque le regioni, rispetto al passato, sono più tempestive nell'isolare i focolai. Ma c'è un assedio che non consente di restare tranquilli: l'epidemia vola nei paesi vicini. È quasi ingenuo giudicare l'andamento del contagio fermandoci ai confini con Mentone a ovest e Nova Gorica a est. Spagna e Francia, nazioni con le quali i contatti sono quotidiani, viaggiano a ritmo di mille nuovi casi al giorno. La Catalogna, in particolare, che aveva riaperto tutto, ma proprio tutto, con molta più spregiudicatezza dell'Italia, ora è costretta a fare una repentina marcia indietro, andando a richiudere pub e locali notturni. Ricordiamoci sempre che a Barcellona risiedono stabilmente almeno 25mila italiani e l'aeroporto di El Prat è a un'ora e mezzo di volo da Fiumicino.

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MALATI
L'altro giorno, parlando a Catalunya Ràdio, il coordinatore dell'Unità Covid-19 dell'Hospital del Mar di Barcellona, Robert Güerri, ha lanciato l'allarme: stanno ricomparendo casi di polmoniti gravi, ha spiegato, anche tra i pazienti giovani. Ma non c'è solo la Catalogna, molti casi sono stati registrati a Madrid, e focolai ci sono ovunque: ad esempio a Cordoba, in Andalusia, una serata in discoteca (al chiuso) ha causato un'ottantina di positivi. Per ora si stanno salvando le Baleari. Ma dalla Francia e dal Belgio sono stati sconsigliati i viaggi in Spagna, anche se pure questo appare un paradosso. La Francia sta vedendo crescere i casi di positività, attorno ai mille al giorno, quindi quattro volte l'Italia. Rischia di essere una minaccia anche per il nostro Paese che, paradossalmente, dopo essere stato a febbraio e marzo il centro dell'epidemia ora si trova in una situazione - per ora e sottolineiamo per ora - migliore di chi sta intorno. In Italia, giustamente, ci preoccupiamo perché l'Rt (indice di trasmissione del virus) nel Lazio o in Emilia-Romagna oscilla tra l'1,05 e l'1,15, ma in Francia, stando ai dati del Ministero della Salute, quel valore in molte regioni è assai più alto. È a 1,72 nell'Alta Francia (Lille), a 1,26 nell'Île-de-France (dunque Parigi), addirittura a 1,87 in Bretagna. E nelle regioni del sud, quelle più vicine al confine, oscilla tra 1,1 e 1,5. Illusorio pensare che, con una ripresa della corsa dei casi positivi in aree con contatti così assidui con l'Italia, il nostro Paese non avrà conseguenze. Perfino la Svizzera, che ha meno abitanti della Lombardia, ieri ha contato 148 nuovi infetti. In Germania, con il triplo di casi giornalieri dell'Italia, il ministro-presidente del Land della Sassonia (Germania orientale), Michael Kretschmer, ha spiegato: «La seconda ondata è già qui, ci sono cluster ogni giorno. Il lavoro per contrastarli però sta funzionando bene».

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E poi c'è il fronte dell'Est, che arriva fino a paesi che magari non confinano con l'Italia, ma da cui ogni giorno giungono centinaia e centinaia di persone. Un incremento di casi positivi è stato registrato in Serbia e Montenegro, ma per i cittadini di queste nazioni i confini sono chiusi perché sono stati inseriti nella lista delle 16 da cui non si può raggiungere l'Italia. Discorso differente per Romania e Bulgaria, per i quali, facendo parte dell'Unione europea, un divieto totale sarebbe complicato. Non solo: bloccare i rientri dalla Romania causerebbe problemi sociali visto che molti immigrati si sono spostati nel paese d'origine per le ferie, ma hanno la loro vita e il loro lavoro in Italia.
L'INSIDIA
Ma la Romania è uno dei paesi balcanici in maggiore difficoltà, con l'epidemia che macina numeri più alti ogni giorno. Anche ieri 1.284 casi, cinque volte quelli italiani in un nazione che ha un terzo degli abitanti del nostro Paese. Per ora l'obbligo della quarantena, fissato fino al 31 luglio, ma non è escluso che il ministro Speranza possa prorogare il provvedimento. A Roma, inoltre, ogni giorno tra i casi di importazione si segnalano anche persone arrivate da altri paesi dell'Est, come Albania o Ucraina.
Spagna, Francia, Germania, Romania: l'assedio europeo è quello più insidioso: si possono bloccare, come è stato fatto, i voli del Bangladesh, ma contro il coronavirus che dilaga vicino ai nostri confini la battaglia è assai più complicata.
 

 

 

Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA