Coronavirus Italia, stretta sugli arrivi dall'estero: tamponi ai passeggeri e quarantena

Domenica 5 Luglio 2020 di Mauro Evangelisti
Speranza vuole la stretta sugli arrivi da paesi extra Ue: tamponi ai passeggeri e quarantena

Ricovero obbligatorio se sei positivo e hai i sintomi di Covid-19; più controlli sul rispetto delle quarantene; verifiche meticolose di chi arriva in Italia da Paesi extra Ue, con l’ipotesi di tamponi ai passeggeri dopo l’atterraggio. Rispetto delle regole per prevenire la diffusione del coronavirus: il ministro della Salute, Roberto Speranza, lavora su una stretta. Si valutano una serie di misure. Ieri mattina il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, si sono sentiti al telefono.

LEGGI ANCHE Coronavirus, focolaio Vicenza: così l'imprenditore ha diffuso il contagio. Quei viaggi lampo in Serbia e Bosnia

La storia del paziente positivo a Vicenza che prima ha rifiutato il ricovero, è andato in giro, ha contagiato altre persone e infine si è aggravato ed è stato ricoverato in rianimazione, non ha lasciato indifferente Speranza. Certo, dal governo è trapelata anche una dose di insofferenza, perché Zaia era stato il leader degli “aperturisti”, della vita che continua oltre il virus. «Solo ora si accorge che assecondare messaggi di quel tipo provoca effetti distorti?» osserva qualcuno. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, 5 Stelle originario del Veneto, lo ha scritto senza troppa diplomazia anche su Facebook, dicendo che il caso del Veneto è «frutto della confusione generata dai messaggi talvolta contrastanti delle regioni rispetto alle regole stabilite dal Governo».

DISTANZE
C’è però un livello di gestione dell’emergenza che supera la ciclica distanza tra Regioni e governo centrale.

E Speranza sa che alcune falle nel sistema dei controlli sono evidenti. In primis, i controlli di chi torna da paesi extra Ue in cui c’è una circolazione massiccia del virus. E non c’è solo il caso Veneto dell’imprenditore che si è contagiato in Serbia, ma anche la lunga serie di segnalazioni partite dal Lazio per immigrati del Bangladesh atterrati a Fiumicino, entrati in Italia, successivamente risultati positivi.
 

La formula delle quarantene “fiduciarie” non sta funzionando. Speranza sta pensando a una stretta, con un reale tracciamento di chi entra in Italia e dovrebbe autoisolarsi in casa. Come? «Noi abbiamo fatto la scelta più prudente - ricorda il viceministro alla Salute, Pier Paolo Sileri - perché imponiamo la quarantena anche a chi proviene da quei paesi per i quali il resto dell’Unione europea ha riaperto senza restrizioni». Vero, ma il paradosso è che tutto sta risultando inutile, visto che sono decine e decine i casi di importazione che hanno saltato il passaggio della quarantena. Al Ministero della Salute se ne stanno rendendo conto e studiano interventi più mirati. Secondo il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, c’è solo un sistema: «Qui stanno entrando persone con una carica virale molto alta, da paesi con una intensa circolazione del virus. Bisogna fare i tamponi in aeroporto e poi tracciare sul serio gli spostamenti, altrimenti è tutto inutile».

In alternativa ai tamponi in aeroporto, come fanno già altri paesi del mondo, c’è l’ipotesi di ospitare chi deve fare la quarantena in hotel affittati vicino agli aeroporti. «I tamponi in aeroporto sono una soluzione possibile - concorda Sileri - anche se resta un problema: il periodo di incubazione; il passeggero può arrivare e risultare negativo, ma positivizzarsi successivamente». L’altro fronte: Speranza sta pensando a misure più efficaci contro chi non rispetta l’isolamento domiciliare. Ad oggi ci sono solo sanzioni se si tratta di una quarantena senza positività, mentre se sei infetto e circoli per strada è possibile anche la denuncia penale. Nei fatti, però, i controlli delle Asl, hanno dei limiti: di solito si chiama una volta al giorno la persona in isolamento, le lacune sono evidenti. Zaia: «È stato sbagliato togliere il penale per la mancata osservanza dell’isolamento fiduciario. Il ministro Speranza ha convenuto con me che il tema del ricovero obbligatorio, in casi estremi come quello avvenuto a Vicenza, è un tema da affrontare e da approfondire». 

Ultimo aggiornamento: 15:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA