Palermo, stuprata da sette giovani: «Imploravo di smettere, i passanti mi ignoravano». Il branco inchiodato dalle telecamere

Il racconto della ragazza sotto choc dopo le violenze: il video, la richiesta di aiuto e gli arresti dei ragazzi (uno è minorenne)

Venerdì 18 Agosto 2023 di Riccardo Lo Verso
Violenza di gruppo a Palermo, stuprata a turno da sette ragazzi: «Urlavo basta ma ridevano e dicevano "tanto di piace..."»

L’orrore inizia bevendo «sette shottini di Sambuca uno dopo l’altro e fumando uno spinello» e si conclude con lo stupro di gruppo subìto da una ragazza di 19 anni in un angolo buio di Palermo. Sette giovani sono finiti in carcere: Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao. Il settimo al momento dell’accaduto era ancora minorenne. Gli altri hanno fra i 18 e i 22 anni. Una storia di orrore e degrado scoperta grazie alla denuncia della vittima, che è stata pure filmata con un cellulare da uno degli indagati. Il video mentre la violentavano a turno è diventato la prova chiave dell’inchiesta, anche se non è l’unica.

Ci sono pure la confessione di uno degli arrestati, una chat a un amico e le frasi intercettate di altri due indagati. È il 7 luglio scorso, ventisette minuti dopo l’una di notte. 

LA TELEFONATA

La ragazza telefona al suo fidanzato: «Ti prego aiutami, è successa una cosa  brutta». È stata appena soccorsa da due donne, dopo essere stata scaricata per strada. La serata è iniziata nello storico quartiere della Vucciria, dove si raduna il popolo della notte. I locali sono spuntati come funghi. E poi ci sono gli abusivi che piazzano bancarelle di cibo e alcol sul basolato di uno dei mercati storici della città. Qui la ragazza, in compagnia di un’amica, incontra un coetaneo, con il quale ha avuto una precedente relazione, assieme al cugino. «Falla bere che poi ci pensiamo noi», avrebbe detto uno degli arrestati. Alcol e spinelli. Si fuma hashish e marijuana senza alcun timore di essere scoperti. La vittima si regge in piedi a fatica. I sette ragazzi la prendono sottobraccio. Una telecamera di videosorveglianza riprende la scena mentre il gruppo attraversa il Cassaro, nel cuore della vecchia Palermo. Mentre camminano le toccano il seno. Lei prova a chiedere aiuto ai passanti, «ma non mi hanno sentito». Alla fine di corso Vittorio Emanuele c’è Porta Felice, che segna l’inizio del Foro Italico. È una zona strappata ormai da anni al degrado, sempre piena di gente, specie in estate. Meglio cercare un punto buio. C’è una zona interessata da un cantiere, protetta da una barriera di lamiere ma nella quale è facile accedere. 

LA RICOSTRUZIONE

«Mi hanno spogliato, uno di loro mi ha tirato per i capelli… continuavano cambiandosi di posto…», ha raccontato la ragazza. Il video è un pugno nello stomaco. «Basta, basta, aiuto», urlava lei. Si vede la vittima reggersi con difficoltà in piedi, stordita. «La trattengono al solo scopo di portare avanti gli atti sessuali, quando pare accasciarsi in avanti viene prontamente afferrata dai fianchi. Viene accerchiata, girata, afferrata con forza per i capelli - scrive il giudice per le indagini preliminari - Alle sue urla di dolore gli indagati ridono e la sbeffeggiano». I ragazzi pronunciano parole esplicite per spiegare ciò che stanno facendo. Espliciti sono pure i messaggi inviati da chi ha fatto il video ad un amico: «Ieri sera se ci penso un po’ mi viene lo schifo, eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare la carne è carne. Dopo che si è sentita pure male, piegata a terra, ha chiamato l’ambulanza, noi l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via».

I medici del Policlinico hanno riscontrato «segni di afferramento e un’escoriazione alle ginocchia compatibile con il racconto della paziente». Le misure cautelari sono state eseguite in due diversi momenti su richiesta della Procura della Repubblica e di quella per i minorenni. La prima il 3 agosto, la seconda ieri. In mezzo c’è stata la convocazione di due indagati in caserma. La stanza era piena di microspie e si sono lasciati sfuggire i commenti: «Lei non voleva, diceva no basta…». Mentre descrivevano la scena temevano di finire «nella stessa cella» e di «finire al telegiornale». «Meglio scappare in Messico o in Thailandia» dicevano spavaldi. Dopo i primi arresti qualcuno ha perfino minacciato la ragazza. Doveva stare zitta. Non lo ha fatto ed è emersa una storia di orrore e degrado. 

Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA