Da vigile del fuoco «eroe», sempre pronto ad aiutare gli altri anche nelle situazioni più complicate, a paziente affetto da una malattia rarissima del sangue, bisognoso dell' aiuto degli altri e di concrete manifestazioni di solidarietà. È cambiata, e tanto, in pochi mesi la vita di Francesco Di Somma, il vigile del fuoco del comando provinciale di Caserta - in servizio al distaccamento di Aversa - che il 5 aprile scorso, giorno di Pasquetta, salì agli onori delle cronache per aver salvato una 20enne caduta in un pozzo artesiano a Casaluce (Caserta).
Yari Di Somma, fratello di Francesco, ha così lanciato un appello a donare sangue e Carla, questo il nome della ragazza salvata a Pasquetta, ha subito aderito e andrà con la madre all'ospedale Cardarelli di Napoli a donare sangue per Francesco. Una storia di ruoli ribaltati connotata da grande umanità che si è consumata in pochi mesi. Francesco Di Somma fa parte del nucleo Saf (Speleo-alpino-fluviale), ovvero quei pompieri che cercano dispersi o le persone cadute nei posti più inaccessibili. In tale veste, la scorsa Pasquetta, non esitò a calarsi con imbragatura e attrezzatura ad hoc in un pozzo artesiano di Casaluce in cui era caduta una ventenne dopo il cedimento di una grata in ferro; Francesco tirò fuori la giovane donna salvandole la vita, e divenne uno dei tanti eroi silenziosi che vestono la divisa dei vigili del fuoco. Passarono le settimane e Francesco, in seguito a normali analisi del sangue, scoprì di avere un ridotto numero di piastrine iniziando così il suo veloce calvario. È il fratello Yari a raccontare l'angoscia vissuta in questi mesi.
«Fino a prima dell'estate Francesco, un omone di quasi due metri - dice con amara ironia Yari - stava bene; poi da una semplice analisi del sangue abbiamo scoperto che aveva le piastrine in diminuzione; ha cercato di correggere qualcosa nello stile di vita ma la piastrine continuavano a scendere. Così abbiamo girato tanti ospedali per capire cosa avesse, e al Cardarelli di Napoli, al reparto di ematologia guidato dal dottore Felicetto Ferrara, hanno diagnosticato questa patologia rarissima».
In pratica Francesco ha poche piastrine e globuli rossi, per cui non può lavorare perché corre il rischio di procurarsi ferite che potrebbero portare ad emorragie letali - da un mese è in malattia - ma nello stesso tempo, avendo un sistema immunitario ridotto all'osso, non può ammalarsi per cui deve stare a casa e non può essere ricoverato in ospedale. Ma comunque ha bisogno una-due volte a settimana di trasfusioni di sangue e piastrine. «Chiedo a tutti - dice Yari - di fare la propria parte donando il sangue a prescindere dal gruppo sanguigno, perché il Cardarelli può scambiare le sacche con altri ospedali e farsi dare sangue del gruppo di mio fratello». La gara di solidarietà è già partita nelle scorse settimane, quando i colleghi del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Caserta si sono recati all'ospedale Cardarelli per donare il sangue.