Attentato di via Rasella, chi furono le vittime e perché si scatenò la rappresaglia tedesca

L'azione antitedesca fu il più sanguinoso e clamoroso attentato urbano contro i nazisti in tutta l'Europa occidentale

Venerdì 31 Marzo 2023
Attentato di via Rasella, chi furono le vittime e perché si scatenò la rappresaglia antinazista

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, in un'intervista del podcast Terramadre di Libero Quotidiano, ha commentato le critiche al presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulle Fosse Ardeatine, quando ha chiamato le vittime dell'eccidio «morti italiani», senza aggiungere antifascisti.

«Un attacco pretestuoso. Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, ovviamente non gente che collaborava con loro. Peraltro vorrei ricordare che l'attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non».


Non era una banda musicale

«Nel pomeriggio del 23 marzo 1944 - si legge nel comunicato nazista che rese nota la strage di Via Rasella - elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di bombe contro una colonna tedesca di polizia in transito in via Rasella.

In seguito a questa imboscata, trentadue uomini della polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile imboscata fu eseguita da comunisti-badogliani. Sono ancora in atto le indagini per chiarire fino a che punto questo criminoso fatto è da attribuirsi a incitamento angloamericano. Il Comando tedesco è deciso a stroncare l’attività di questi banditi scellerati. Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo-tedesca nuovamente affermata. Il comando tedesco, perciò, ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito».

Le persone trucidate furono in realtà 335 persone:  quando le vittime vennero radunate all’interno delle cave ci si accorse che ne erano state selezionate erroneamente 5 in più rispetto alle 330 previste dall’ordine di rappresaglia.
 

Quello che è conosciuto come «L'attentato di via Rasella» fu un'azione della Resistenza romana condotta il 23 marzo 1944 dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP), unità partigiane del Partito Comunista Italiano, contro un reparto delle forze d'occupazione tedesche, l'11ª Compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment «Bozen», appartenente alla Ordnungspolizei (polizia d'ordine) e composto da reclute altoatesine. Fu il più sanguinoso e clamoroso attentato urbano antitedesco in tutta l'Europa occidentale.

 

L'azione, di cui nel dopoguerra si assunse la responsabilità Giorgio Amendola, fu compiuta da una dozzina di gappisti (tra cui Carlo Salinari, Franco Calamandrei, Rosario Bentivegna e Carla Capponi): venne fatto esplodere un ordigno rudimentale al passaggio di una colonna di soldati in marcia verso palazzo Barberini  e furono inoltre lanciate quattro bombe a mano. Venne causata la morte di trentatré soldati tedeschi e di due civili italiani (tra cui il dodicenne Piero Zuccheretti), mentre altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco.

Battaglione Bozen
 

Il Polizeiregiment Bozen, conosciuto come Battaglione Bozen era un reparto militare della Ordnungspolzei (polizia d'ordine) creato in Alto Adige nell' autunno 1943, durante l'occupazione tedesca della regione che dal 1919 era stata annessa all'Italia. La truppa era formata da coscritti altoatesini, anche ladini e quindi non di lingua madre tedesca, mentre gli ufficiali e i sottufficiali provenivano dalla Germania nazista.

Il primo battaglione Bozen fu operativo a Istria e il secondo nel bellunese dove fu coinvolto nella strage della Valle del Biois dell'agosto 1944. Entrambi svolsero prevalentemente attività antipartigiane, compito a cui fu adibito anche il terzo battaglione dopo il suo ritiro da Roma e trasferimento al nord. Tutti e tre si arresero negli ultimi giorni di guerra agli eserciti alleati o ai partigiani

Il più noto è sicuramente il terzo che venne impiegato con compiti di guardia e sorveglianza nella Roma occupata, in particolare del ministero dell'Interno. Nell'attentato morirono 33 soldati mentre 55 rimasero fertiti.  i sopravvissuti alle bombe dei Gap non parteciparono all'eccidio, nonostante in base alla consuetudine militare germanica spettasse a loro "vendicare" i commilitoni caduti.

 L'11ª Compagnia del Terzo battaglione in quel periodo di marzo era di riserva e quindi le venne assegnato un addestramento alla marcia e al tiro: si trattava di soldati semplici, Unterwachtmeister, il grado più basso dopo quello di allievo. Il loro programma era quasi sempre lo stesso: esercitazioni al poligono di tiro di Tor di Quintoper tornare verso le 14 in caserma seguendo il medesimo percorso: piazza del Popolo, via del Babuino, piazza di Spagna, via dei Due Macelli, via del Tritone, via Quattro Fontana. Quel giorno tuttavia per evitare il traffico, la compagnia non svoltò subito a sinistra ma proseguì fino all'imboccatura del traforo per girare in via Rasella. I soldati venivano spesso obbligati a cantare Hupf, mein Mädel (Salta, ragazza mia) per ribadire la presenza dell'esercito nazista nella Capitale

Il Polizeiregiment Bozen era un reparto subordinato come tutte le forze di polizia del Reich al comando delle SS sin dal 17 giugno 1936 da quando Heinrich Himmler, già capo delle SS, era stato nominato anche capo della polizia, suddivisa in Ordnungspolizei e Sicherheispolizei (polizia di sicurezza). L'inserimento della polizia all'interno della struttura di comando delle SS rientrava nel processo di «sincronizzazione» con il regime nazista di tutte le componenti della società tedesca.

Dal bollettino dei comandanti della polizia relativo all'anno 1944 risulta peraltro che al nome del Bozen fu aggiunto il prefisso «SS-» solo ventiquattro giorni dopo via Rasella, il 16 aprile. Anche nel caso del Polizeiregiment «Alpenvorland» il provvedimento fu applicato con molto ritardo, il 29 gennaio 1945, mentre il Brixen e lo «Schlanders» nacquero direttamente come SS-Polizeiregimenter.

Ultimo aggiornamento: 15:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA