Ventimiglia migranti oggi, perché la Francia ha rafforzato i controlli: è caccia ai "passeur"

Il commissario capo della polizia francese, Emmanuelle Joubert, ha ribadito che i controlli vengono effettuati su ogni convoglio, tutti i giorni 24 ore su 24

Sabato 12 Novembre 2022 di Cristiana Mangani
Migranti, perché la Francia ha rafforzato i controlli: è caccia ai "passeur" che aiutano i profughi ad arrivare

Le tensioni tra Italia e Francia sui migranti si ripercuotono alle frontiere del Nord. Code in entrata e in uscita a ponte San Ludovico tra Ventimiglia e Mentone per i controlli compiuti sui mezzi in transito da parte della polizia francese che così blocca l'ingresso in Francia dei migranti e attua eventuali respingimenti.

Questa mattina, con famiglie e turisti in movimento per il weekend, i controlli hanno fatto aumentare le code.

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Migranti, perché la Francia rafforza i controlli: il pericolo di fuga

Dopo la decisione del ministero dell'Interno di Parigi di potenziare i controlli, uomini della Police nationale e della Géndarmerie coordinati dalla polizia di frontiera, sono impegnati su una quindicina di punti di passaggio, compresi i tratti di montagna, ma soprattutto stazioni ferroviarie, autostrade e piazzole di sosta secondo le precise disposizioni emanate della Dgnp, la Direzione generale della Police nationale. Una parte del personale di polizia (circa 500 uomini) è impegnato nella zona che sovrasta Pont saint Louis e Pont saint Ludovic, al confine franco-italiano dove si trovano i passi collinari percorsi da chi tenta illegalmente di entrare in Francia. Tra questi, il tristemente famoso Passo della Morte, un sentiero in cresta a strapiombo che generalmente viene percorso di notte. Ma le vie per tentare la fuga sono tante, strade che spesso si rivelano trappole mortali: c'è chi scappa sdraiandosi sulle locomotive rischiando di morire fulminato, chi s'inerpica sui sentieri di montagna di notte con la paura di rotolare giù, chi si nasconde nelle intercapedini delle carrozze ferroviarie, chi salta giù dai camion sulla A8 per evitare i posti di controllo, come Safi, morto straziato da un Tir a 19 anni.

 

La paura di finire in trappola

Ora, con i controlli aumentati, c'è anche la paura di finire in quel recinto di rete metallica costruito vicino alla caserma della Géndarmérie a Menton Garavan. Il primo passo prima di venir riportati in Italia, basta aver in tasca lo scontrino di un bar italiano. Sono circa 80, in media, i migranti che vengono respinti ogni giorno dalle autorità francesi alla frontiera di Ventimiglia. Un numero che varia a seconda del periodo dell'anno, ma che comunque è in linea con l'ormai cronica emergenza umanitaria. Al confine, infatti, stazionano sempre, in media, circa 250 stranieri - in gran parte magrebini o dell'Africa subsahariana, ma anche afgani - che soprattutto di notte tentano di varcare clandestinamente il confine. Molti sono assistiti dalla Caritas e da altre associazioni.

La posizione di Giorgia Meloni

Ieri, la situazione dei respingimenti - le cosiddette “riammissioni passive” - è stata evidenziata dal premier Giorgia Meloni che ai francesi ha detto: «Sui migranti voi ci criticate, ma a Ventimiglia con i respingimenti fate di peggio». Molti stranieri respinti azzardano ancora di più e mettono a repentaglio la propria vita pur di espatriare. In sette anni, soltanto al confine si contano 28 vittime. I metodi utilizzati dalle autorità transalpine sono severi. Più di una volta sono stati utilizzati spray urticanti sui treni per far uscire gli stranieri dai bagni e sono stati rispediti in Italia molti minori spesso spacciati per maggiorenni. Secondo gli accordi internazionali se le autorità italiane riescono a dimostrare l'età inferiore ai diciott'anni quest'ultimo viene restituito alla Francia.

L'impegno dei passeur

Da segnalare anche l'incessante impegno della polizia di frontiera contro i passeur, che in cambio di lauti compensi - anche di centinaia di euro - si offrono di portare gruppi di stranieri in Francia: ma non di rado li lasciano all'ingresso di qualche sperduto e pericoloso sentiero collinare con l'invito di proseguire a piedi. In queste ore, poi, due gendarmi guardano anche all'interno delle auto, per assicurarsi che non vi siano migranti.

I controlli sui treni

Il commissario capo della polizia francese, Emmanuelle Joubert, ha ribadito che i controlli vengono effettuati su ogni convoglio, tutti i giorni 24 ore su 24: «Più poliziotti ci sono, più i confini saranno sigillati», ha spiegato ricordando poi il bilancio dei respingimenti francesi verso l’Italia dall’inizio del 2022: «Più di 28.000 mancate ammissioni (o respingimenti) a stranieri in situazione di irregolarità nelle Alpi-Marittime». I controlli di frontiera, infatti, si estendono a diversi dipartimenti e riguardano «stazioni, assi secondari in particolare vicino Mentone, le Alpi Marittime e le autostrade (soprattutto l’A8)».

La testimonianza di Dareh 

I controlli, comunque, non fermano i tentativi di superare i confini da parte dei migranti. Dareh viene da Damasco, ed è insieme ad altrri connazionali. «È il secondo giorno che ci mandano via, a spintoni - dice -. Ma domani riproviamo. Magari di notte, qualcuno ci aiuterà». Tre ragazzi eritrei aspettano che un autobus li riporti a Ventimiglia: «Ci hanno detto di non provarci più, e che se passiamo per la montagna ci buttano di sotto», racconta spaventato Dawit, 21 anni. Una decina di ragazzi è stata ricacciata indietro in malo modo, avevano provato a salire sul treno per Marsiglia. Chris, cingalese, è uno di loro. «Mi hanno detto che, se raggiungo l'autostrada, a Bordighera c'è sempre qualche camionista che mi può nascondere e portare in Francia: costa 200 euro, è vero?».

Ultimo aggiornamento: 19:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA