Variante inglese Covid, arrivati a Fiumicino i primi 160 italiani in rientro dalla Gran Bretagna

Giovedì 24 Dicembre 2020 di Francesco Pacifico
Variante inglese Covid, arrivati a Fiumicino i primi 160 italiani in rientro dalla Gran Bretagna

Ad attenderli a Fiumicino una tazza di caffè caldo, una fetta di pandoro, e soprattutto, un tampone rapido. Variante inglese del Covid: sono rientrati a Roma, con un volo Alitalia, atterrato poco dopo le 15 del 24 dicembre all'aeroporto Leonardo Da Vinci da Londra Heathrow, i primi 160 italiani, oltre ad un neonato. Tutti residenti in Italia o in condizioni di urgenza o criticità, così come previsto dall'ordinanza firmata dai ministri Di Maio, Speranza e De Micheli.

I viaggiatori hanno potuto lasciare la Gran Bretagna, previo tampone prima della partenza, dopo il blocco dei voli deciso dalla maggioranza dei paesi europei per limitare il contagio con la nuova variante. Tra chi è sbarcato ieri molta emozione per chi temeva di dover passare il Natale lontano da casa - a Londra sarebbero bloccati ancora 10mila nostri connazionali - ma anche molta rabbia verso la Farnesina «che ci ha lasciati soli».

Covid, rientri dalla Gran Bretagna: tamponi e quarantena obbligatori, in Italia solo chi ha la residenza

Tamponi e quarantena obbligatori

Appena arrivati, i 160 sono stati sottoposti a un nuovo tampone obbligatorio per tutti, eseguito dai sanitari delle Uscar presso le 12 strutture di testing rapido, già operative al Leonardo da Vinci, allestite da Aeroporti di Roma con il supporto della Regione Lazio e l'osservanza di un periodo di 14 giorni di quarantena. Adr ha garantito il supporto ai viaggiatori, aiutandoli negli spostamenti verso altre città oppure fornendogli loro del cibo. Infatti, dei 160 sbarcati, circa due terzi sono stati poi trasferiti su voli per Lamezia Terme, Napoli e Milano. 

Il «Leonardo Da Vinci», peraltro, è l'unico aeroporto in Italia in grado consentire il rimpatrio degli italiani in possesso dei requisiti, che avevano chiesto espressamente di poter rientrare, essendo state già allestite le apposite aree per eseguire il tampone in tempo reale. Già da settembre Aeroporti di Roma ha implementato con Alitalia, partner italiano di code share di Delta, una sperimentazione di voli Covid-tested intra-Italia e l'aeroporto di Fiumicino ha ottenuto il punteggio massimo di 5 stelle da Skytrax per i suoi protocolli sanitari anti-Covid.

 

Le polemiche

Come detto, non poche polemiche da parte degli italiani sbarcati a Fiumicino. Filippo, ricercatore che vive a Cambridge, accusa: «Siamo stati abbandonati da chi, a livello politico doveva tutelarci. Capisco la necessità di fare delle restrizioni perché in Gran Bretagna la pandemia è gestita in modo vergognoso, ma conosco nostri connazionali abbandonati per giorni a Londra, all’aeroporto. Non si doveva aspettare 48 ore per firmare l'ordinanza per farci rientrare».

A Filippo il volo è stato annullato lo scorso 22 dicembre. «E a me è andata bene perché ho casa. Ho visto scene scandalose all'aeroporto di Heathrow, con gente, mamme con i figli che hanno dovuto dormire lì per 48 ore. Personalmente ho aspettato un’ora e mezza in fila all’aperto a Heathrow per fare il tampone. Ci hanno dato i risultati tardissimo, pochi minuti prima che partisse l’aereo per l’Italia».

Camilla Alcini invece racconta di avere «avuto un attacco di panico questa mattina a Heathrow, perché all’aeroporto di Londra non arriva l’esito del mio test e io dovevo partire». La studentessa aveva un biglietto per il 20. Anche lei sottolinea le mancanze da parte delle autorità italiane. «Non ho ricevuto nessuna indicazione fino a ieri, mercoledì 23. Negli ultimi tre giorni ci siamo mobilitati noi su Facebook e abbiamo creato noi un gruppo per scambiarci, dal basso, informazioni che dovevano arrivarci dall’alto. Un’esperienza da non ripetere sia dal punto di vista psicologico sia da quello economico».

Lucrezia, che a Londra lavorava come cameriera in un ristorante chiuso per la pandemia, parla di «un’odissea. Ho passato cinque giorni in aeroporto e ogni giorno un volo cancellato, con tutti i soldi che ho dovuto spendere. Mi avevano detto che dovevo partire il 27, invece ho avuto la fortuna di fare il Natale a casa».

Surreale poi la vicenda di Peppe Romano, chef ischitano che lavora in Grande Bretagna. «Al danno di vedermi bloccato a Londra, dovevo partire il 22, adesso c'è la beffa di non poter prendere un treno per tornare a Napoli, perché devo restare 14 giorni in quarantena. Ora devo cercarmi un taxi perché non ho la forza di guidare». Anche lui racconta «scena di panico all’aeroporto di Londra, ragazzi che piangevano, mamme con i figli che dormivano per terra. Al check in se arrivavi anche 10 minuto dopo le 72 ore precedenti in cui avevi fatto il tampone, ti bloccavano».

Le destinazioni

I medici delle Uscar hanno subito iniziato a fare i tamponi ai passeggeri, che già prima di partire da Londra avevano eseguito il test Una volta finiti i controlli, quasi due terzi dei 180 viaggiatori ripartirà per Milano, Napoli e Lamezia Terme per raggiungere le loro abitazioni. Il resto si fermerà a Roma. Tutti dovranno sottostare a un periodo di quarantena di 14 giorni. Fino al 6 gennaio Alitalia garantirà un volo al giorno appositamente per il rientro dei nostri connazionali bloccati nei giorni in Regno Unito.

Ultimo aggiornamento: 22:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA