Uccide il figlioletto e accoltella l'ex moglie a Varese. Il biglietto sul corpo del piccolo: «Papà perdonami»

Domenica 2 Gennaio 2022
Uccide il figlio di 7 anni e accoltella l'ex moglie a Varese: l'uomo era ai domiciliari, il bimbo trovato in un armadio

Avrebbe dovuto amarlo, proteggerlo, tutelarlo, e invece lo ha brutalmente ucciso, presumibilmente per punire la madre che gli aveva chiesto la separazione, ottenendola, per poi tentare di uccidere anche lei. Davide Paitoni, 40 anni, arrestato questa mattina per l'omicidio del figlio Daniele, 7 anni, e per il tentato omicidio della moglie di 36 anni, tra Morazzone e Gazzada Schianno, in provincia di Varese, era ai domiciliari per aver accoltellato alla schiena un collega di lavoro, a fine novembre. Eppure aveva ottenuto i domiciliari e gli era stato concesso di stare solo con suo figlio, la notte di Capodanno, proprio - dicono i carabinieri - «come previsto dal provvedimento di separazione».

Il quale, secondo quanto si è appreso, sarebbe antecedente all'arresto.

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Il biglietto

«Mi dispiace, perdonami papà». Queste le parole scritte da Davide Paitoni, 40 enne arrestato per aver ucciso il figlio di 7 anni e aver tentato di ammazzare la ex moglie, ieri sera in provincia di Varese, su un biglietto lasciato sul cadavere del bimbo, chiuso nell'armadio. Nella breve missiva l'uomo ha confessato il suo gesto ed espresso «grande disprezzo» per la moglie, che poi ha tentato di uccidere.

C'era il Codice rosso per maltrattamenti

Non c'era stata una denuncia diretta da parte della moglie, ma in base ad alcune segnalazioni da parte di altri era stato aperto un codice rosso per maltrattamenti in famiglia per Davide Paitoni, che la scorsa notte ha ucciso il figlio Daniele di 7 anni e ha poi tentato di uccidere la ex moglie. Lo si apprende dagli inquirenti. I presunti maltrattamenti segnalati sarebbero cominciati nel 2019.

Il codice rosso, entrato in vigore il 9 agosto 1919, prevede l'introduzione di una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini riguardanti casi di violenza contro donne o minori. Si chiama così come il codice assegnato nei pronto soccorso per i pazienti che necessitano di un intervento immediato. Dal punto di vista procedurale è previsto che la polizia giudiziaria, una volta acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pubblico ministero il quale, nei casi di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato.

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Il corpo del bambino nell'armadio

La tragedia avvenuta la scorsa notte ha scatenato varie polemiche sia politiche che sui social media, in molti si domandano se quanto accaduto avrebbe potuto essere evitato. La cena da finire, forse un film da vedere insieme, così ci si immagina Daniele a casa del suo papà, ieri sera, ignaro di quanto sarebbe successo poco dopo, quando Paitone ha impugnato un grosso coltello e ha sferrato un fendente mortale alla gola del figlio, che è morto dissanguato in pochissimi istanti. Il 40enne a quel punto ha scritto un biglietto nel quale ha confessato il suo crimine e lo ha chiuso nel suo armadio insieme al corpicino del piccolo. Poi ha inviato a suo padre un messaggio vocale: «Ho fatto del male a Daniele, non aprire l'armadio».

 

La fuga

L'uomo è poi montato in auto e ha guidato fino a Gazzada Schianno, dove la ex moglie si era trasferita. La ha avvisata, dicendole che le stava riportando il figlio, ma era solo una scusa per incontrarla. Quando la donna ha aperto la porta di casa, lui le si è scagliato contro, colpendola ripetutamente al volto e al corpo, con lo stesso coltello usato per uccidere loro figlio, ed è fuggito via.

Lei, soccorsa dai genitori, è stata trasportata in ospedale a Varese, fortunatamente è fuori pericolo. Il padre e la madre della 36enne a quel punto hanno chiesto ai carabinieri di trovare il nipote, in quel momento affidato al papà. I militari sono andati immediatamente a casa sua e, davanti a evidenti tracce di sangue, l'hanno setacciata fino a quando hanno aperto l'armadio, scoprendo il cadavere del bambino e il biglietto lasciato dal killer.

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Caccia all'uomo

È subito scattata la caccia all'uomo. Paitoni è stato intercettato mentre vagava con la sua automobile, i carabinieri lo hanno inseguito, riuscendo a bloccarlo dopo che aveva cercato di speronarli. In macchina l'uomo aveva ancora il coltello e una dose di cocaina, di cui farebbe uso da tempo. Sottoposto a fermo per indiziato delitto, il 40enne è stato portato in carcere. Ne era uscito poco tempo fa, dopo aver ottenuto i domiciliari a seguito dell'aggressione a un collega, ad Azzate, a fine novembre. In quell'occasione, al termine di una lite, l'omicida aveva impugnato sempre un coltello, sferrando diverse fendenti alla schiena di un 52enne che lavorava con lui, facendolo finire in ospedale in gravi condizioni. Non è ancora chiaro se la moglie lo avesse o meno denunciato per presunti maltrattamenti, ma al momento gli inquirenti lo smentiscono. Sono in molti a credere che l'uomo avrebbe dovuto rimanere in carcere o essere sottoposto a sorveglianza speciale, invece di poter liberamente stare solo con il figlio, come stabilito dal provvedimento di separazione.

«Quanto sangue di innocenti deve ancora scorrere prima che ci si renda conto dell'esigenza di vietare per legge che ai pregiudicati di delitti violenti possano essere affidati minori, seppure per brevi periodi?» ha detto l'eurodeputata di Forza Italia Luisa Regimenti, che ha precisato come «anche in questo caso, la tragedia di Varese era annunciata e prevedibile». «Aveva un precedente violento, perché gli era consentito vedere il figlio senza sorveglianza?», è quanto postato sulla sua pagina Facebook dalla ex senatrice varesina Pd Erica D'Adda: «il diritto di vedere i figli deve tenere conto del diritto dei figli a non subire violenza. Il resto sono chiacchiere!». Sconcertato anche il Sindaco di Morazzone, Maurizio Mazzucchelli, che ha detto di essere «incredulo che chi avrebbe dovuto proteggere e preservare suo figlio dalla violenza, gli ha tolto la vita».

 

Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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