Vaccino Treviso, l'infermiera non inietta la dose e il carabiniere non viene vaccinato, il test gli dà ragione: «È senza anticorpi»

Martedì 25 Maggio 2021 di Brando Fioravanzi
foto di repertorio

CASALE - Il test anticorpale non ha lasciato dubbi. Il carabiniere che lo scorso 2 maggio denunciò di non aver ricevuto l'iniezione del vaccino contro il Covid al Vax Point di Lughignano di Casale sul Sile aveva ragione.

Il militare nei giorni scorsi è stato sottoposto al test anticorpale e i risultati dimostrano che effettivamente non ha ricevuto alcuna copertura contro il virus. Proprio a seguito di questa scoperta, nel pomeriggio di venerdì il carabiniere è stato sottoposto alla prima dose del suo ciclo vaccinale. 

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LA SEGNALAZIONE

Il caso era montato dopo che l'uomo aveva segnalato ai colleghi in servizio di aver notato l'infermiera gettare in un bidoncino la siringa con il siero da inoculare ancora all'interno, nonostante lo stesso avesse in precedenza percepito la puntura al braccio. Immediatamente il suo pensiero è stato quello di essere di fronte ad una finta vaccinazione da parte di un'infermiera no vax. Presso la struttura di Casale si sono perciò presentati i Nas che hanno sequestrato il bidoncino in cui era stata gettata la siringa per il vaccino (effettivamente ancora piena) e in cui erano presenti anche tutte quelle vuote che la donna aveva già utilizzato fin dal mattino. Un dettaglio, quest'ultimo, che potrebbe in qualche modo rendere meno gravosa la posizione dell'infermiera. La 60enne, infatti, fin dai primi istanti è sempre stata difesa sia dai colleghi che dalla Direzione sanitaria dell'Ulss 2, tutti schierati al suo fianco nell'affermare si fosse trattato di uno sfortunato errore. Riconosciuta da tutti come una stimata professionista con oltre 30 anni di servizio alle spalle nell'assistenza domiciliare, era stata lei stessa ad offrirsi come volontaria per le vaccinazioni al Vax Point di Lughignano, oltre al fatto che in precedenza si era già sottoposta al vaccino Pfizer proprio contro il Covid-19.


L'INCHIESTA

A carico della donna è comunque già stato aperto un fascicolo d'indagine per omissione di atti d'ufficio e falso. Sarà ora la Procura di Treviso a decidere come proseguire nelle indagini, sulla base anche di quanto relazionato dai carabinieri del nucleo Nas di Treviso. Immutata, in ogni caso, la versione della donna che fin da subito ha professato la propria innocenza, associando quanto successo ad una disattenzione conseguente alle tante ore di lavoro svolte quel giorno e alla routine delle iniezioni. 
 

Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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