Per cercare di rianimare il militare in stato di incoscienza, i soccorritori lo hanno sottoposto a tre shock elettrici e gli hanno somministrato dieci fiale di adrenalina. Ma è stato tutto inutile. «Vogliamo andare sino in fondo, vogliamo giustizia, vogliamo sapere la verità e capire se a provocare la morte di mio marito sia stato il vaccino», dice ora Caterina Arena.
INTERVENTO DISPERATO DEL 118
Come si legge nell’esposto depositato ai magistrati, a Stefano Paternò, «nella sua qualità di sottufficiale 2° C SSP/TM, in servizio presso la Marina militare di Augusta, allora in ottima salute, come periodicamente accertato dall’Arma di appartenenza, fu richiesto di essere sottoposto presso l’ospedale militare di Augusta alla somministrazione del vaccino anti Covid 19, poi somministrato, Astrazeneca, codice lotto/fiala ABV2856 nella mattinata di lunedì 8 marzo 2021».
Tornato nella sua casa di Misterbianco, «Stefano Paternò accusava in serata uno stato di malessere generale, caratterizzato in particolare da rialzo febbrile: da qui la somministrazione di Tachipirina 1000». Nella notte tra lunedì e martedì scorsi «Caterina Arena rinveniva il marito in stato di incoscienza. Subito allertava i sanitari del 118, i quali si recavano presso l’abitazione di Misterbianco. Giunti sul posto, i sanitari procedevano a manovre di ACLS, con erogazione di 3 shock elettrici e somministrazione di 10 fiale di adrenalina. Alle ore 03.15 del giorno 09.03.2021, dopo aver proceduto a dette manovre per 45 minuti, i sanitari constatavano il decesso di Stefano Paternò».
OMICIDIO COLPOSO
Con queste premesse, spiegano i legali, «martedì 9 marzo abbiamo presentato presso la stazione dei carabinieri di Misterbianco formale esposto richiedendo al Procuratore di Siracusa di disporre con urgenza l’esame autoptico sulla salma e il sequestro di tutta la documentazione sanitaria afferente la somministrazione della fiala del vaccino Astrazeneca, codice lotto/fiala ABV2856». La Procura di Siracusa guidata da Sabrina Gambino ha aperto un fascicolo e iscritto una decina di persone nel registro degli indagati, tutta la catena di distribuzione del vaccino dalla società Astrazeneca che lo produce, fino al personale sanitario dell’ospedale militare che si è occupato dell’inoculazione. L’accusa è omicidio colposo. Domani si svolgerà l'autopsia.