Vaccine day, la virologa, l'infermiera e l'infettivologa: i primi vaccinati allo Spallanzani: «Abbiamo visto l'inferno»

Domenica 27 Dicembre 2020
Vaccine day, la virologa, l'infermiera e l'infettivologa: i primi vaccinati allo Spallanzani: «Abbiamo visto l'inferno»

«Mi sento benissimo, sono emozionata, ma ancora più che emozionata sono inorgoglita». Lo ha detto ai giornalisti Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di virologia dell'Inmi Spallanzani, la quale è stata tra le prime tre persone in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 questa mattina. «Spero che questo privilegio sia esteso presto a tutti», ha aggiunto sottolineando che «non dobbiamo ancora cantare vittoria. «Dobbiamo fidarci della scienza, non possiamo tirarci fuori.

Le scelte fatte sono ponderate e prese sulla base di valutazioni scientifiche».  «Il fatto di essere arrivati con un vaccino in un tempo che non supera nemmeno un anno è per il mondo intero, per la scienza e per la medicina - ha proseguito Capobianchi, docente di Biologia Molecolare all'Università di Roma UniCamillus - un progresso enorme, che era inatteso. Penso che noi tutti dobbiamo cogliere questa opportunità salutarla con grandissima gratitudine, con grandissimo riconoscimento. Al momento è il presidio più efficace e più promettente per combattere e per arginare la diffusione di questa infezione. Il messaggio è di fiducia e di invito a condividere questa scelta perchè è una scelta di consapevolezza e una scelta di fiducia». E sulla sicurezza: «I vaccini sono stati testati e approvati dalle nostre agenzie regolatorie non vi vedo motivo di preoccupazione. Vedo molta preoccupazione invece nell'evoluzione naturale dell'infezione per cui penso che tutti dobbiamo abbracciare questa scelta, farla, sostenerla e diffonderla all'interno della cerchia dei nostri contatti». 

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Tra i primi vaccinati che l'infermiera Claudia Alivernini: «Ringrazio il direttore sanitario, dottor Francesco Vaia e la dirigenza delle professioni sanitarie, la dottoressa De Angelis, per avermi dato l'opportunità di essere qui oggi. Con profondo orgoglio con grande senso di responsabilità che oggi ho fatto il vaccino: piccolo gesto ma fondamentale per tutti noi». Romana di 29 anni, volto simbolo del personale sanitario in prima linea da mesi nella battaglia contro il coronavirus, questa mattina ha ricevuto il vaccino anti Covid allo Spallanzani. «Oggi sono qui come cittadina ma soprattutto come infermiera a rappresentare la mia categoria e tutti gli operatori sanitari che hanno scelto di credere nella scienza - ha detto l'infermiera -. Ho toccato con mano e visto con i miei occhi quanto sia difficile combattere questo virus, essendo stata in prima linea dall'inizio dell'emergenza: è stato doloroso assistere alle sconfitte che questo virus sha causato. Ma oggi c'è la consapevolezza che è un giorno importante e decisivo. La scienza la medicina sono l'unico mezzo insieme al senso civico di ognuno di noi che ci permetteranno di uscire vincitori da questa battaglia così dura. Lo dico col cuore: vacciniamoci, per noi per i nostri cari e per la collettività». 

Dello stesso avviso l'infettivologa Alessandra D'Abramo: «Mi sento una privilegiata. Fare in Italia per prima il vaccino contro questa brutta bestia non è una cosa da tutti i giorni. Il vaccino va fatto, è il primo passo, per il cambio di rotta, per battere questo virus maledetto. Per sconfiggerlo. Soltanto chi è stato qui a lavorare può comprendere ciò che abbiamo visto e passato. Dico a tutti di vaccinarsi. Abbiamo passato mesi duri, difficili, complicati anche da spiegare. L'incubo è iniziato il 29 gennaio con una coppia di cinesi. Da quel giorno non ci siamo più fermati. Oggi è un giorno di speranza. Ripartiamo da qui, insieme», ha concluso. 

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Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 14:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA