Ucraina, incinta di 6 mesi arriva in Italia da sola: «Mio marito è rimasto a combattere, non ci eravamo mai separati»

Giovedì 10 Marzo 2022
Il dolore di Katerina, dall'Ucraina all'Italia con il pancione di 6 mesi: «Mio marito è rimasto a combattere»

Katerina ha 26 anni ma ne dimostra 10 di meno. È incinta di sei mesi ed è arrivata in Italia da Odessa.

Un viaggio interminabile con il pancione che comincia a pesare e la preoccupazione per il marito, il papà della bimba in arriva, rimasto a combattere.

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Il racconto

«Sono una farmacista, sono arrivata ieri da Odessa dopo un viaggio interminabile nel quale ho attraversato molti paesi, la Moldavia, l'Austria, la Svizzera - racconta all'Adnkronos - Con il pancione di sei mesi spesso avrei voluto sdraiarmi, riposarmi. Ho sentito le bombe, ho visto lunghe file di profughi ma poi, all'avvicinarsi dell'Italia, ho visto le montagne innevate, ed erano bellissime». Il viso pulito, gli occhi castani e brillanti non fanno trasparire il terribile viaggio che ha dovuto affrontare, incinta di sei mesi, da Odessa, la sua città, per arrivare in Italia separandosi dal marito Dima, rimasto a combattere, e mettere in salvo sé stessa e soprattutto la bimba che porta in grembo, la sua prima figlia.

 

Il dolore di lasciare casa

«A Odessa, la mattina del 24 febbraio abbiamo sentito delle esplosioni e abbiamo fatto immediatamente la valigia d'emergenza per fuggire -racconta Katerina - Poi, vedendo che la situazione sembrava più tranquilla in quella zona abbiamo deciso di aspettare». La situazione, in realtà, peggiorava. «Si è così deciso di partire al confine della Moldavia, mi sono messa in viaggio con la mia mamma e il suo compagno, che ha una figlia in Italia», spiega la giovane. Che racconta l'indicibile dolore di separarsi dal compagno con una bimba in arrivo. «Il primo giorno è stato annunciato che tutti gli uomini che potevano essere arruolati, ovvero dai 18 fino ai sessant'anni, dovevano restare a servire il Paese. È stato un grande dolore perché non ci eravamo mai separati prima e questa bimba è stata tanto voluta», dice Katerina, e per la prima volta la voce si incrina un pò. Ma partorire senza servizio sanitario in situazione di pericolo «non era possibile, e abbiamo deciso insieme di fare così», dice.

La speranza

Il nome è già deciso, si chiamerà Anya. Una piccola guerriera prima di nascere, che nascerà in Italia con un futuro che la sua giovane mamma ancora non riesce a immaginare. «Per me era già strano immaginare la mia vita ad Odessa con un bimbo, perché tutto cambia, adesso in un paese nuovo dove non conosco nemmeno la lingua, è tutto ignoto», spiega Katerina. Che l'Italia già la conosceva e sognava: «Avevamo intenzione di venire per fare un viaggio, e vedere le bellezze di Firenze, Venezia... non immaginavo di doverci arrivare così. È dura - conclude - ma il solo fatto che nessuno spari sulla testa è già un buon punto di partenza».

Ultimo aggiornamento: 20:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA