Strasburgo, allerta Natale e Capodanno: l'Italia innalza i controlli antiterrorismo

Mercoledì 12 Dicembre 2018
Strasburgo, allerta Natale e Capodanno: l'Italia innalza i controlli antiterrorismo

Ieri sera l'attentato a Strasburgo. Questa mattina riunione straordinaria al Viminale del Comitato analisi strategica antiterrorismo (Casa) con i vertici di forze di polizia e servizi per fare il punto sullo stato della minaccia in Italia: in assenza di allarmi concreti è stato comunque deciso di invitare prefetti e questori ad «implementare al massimo i controlli preventivi in chiave antiterrorismo». Una circolare partirà a breve. Nel periodo natalizio vigilanza speciale sui luoghi che attraggono folle, come vie dello shopping, cerimonie religiose, oltre a palazzi istituzionali, sedi diplomatiche, Vaticano, stazioni, aeroporti. 

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Ieri sera l'attentato a Strasburgo. Questa mattina riunione straordinaria al Viminale del Comitato analisi strategica antiterrorismo (Casa) con i vertici di forze di polizia e servizi per fare il punto sullo stato della minaccia in Italia: in assenza di allarmi concreti è stato comunque deciso di invitare prefetti e questori ad «implementare al massimo i controlli preventivi in chiave antiterrorismo». Una circolare partirà a breve. Nel periodo natalizio vigilanza speciale sui luoghi che attraggono folle, come vie dello shopping, cerimonie religiose, oltre a palazzi istituzionali, sedi diplomatiche, Vaticano, stazioni, aeroporti.

Barriere saranno approntate per evitare lanci di veicoli sulla folla. Concentrazione verrà chiesta alle forze di polizia per cogliere tempestivamente situazioni di pericolo e non distrarsi nel controllo del territorio. Risale a pochi giorni fa la circolare del Comando generale dei carabinieri con l'invito a limitare l'uso dello smartphone per finalità non di servizio. «C'è - ha spiegato il ministro dell'Interno Matteo Salvini - una situazione di massima attenzione da nord a sud per tutti i radicalizzati, terroristi e gli estremisti di ritorno. Occorre individuare, ricercare, bloccare e arrestare con ogni mezzo: verificare chi entra e chi esce da un Paese. Questo non è un diritto ma un dovere per la difesa del territorio e dei confini».

Da parte sua, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha definito quello di Strasburgo «il campanello d'allarme di una minaccia che sappiamo essere immanente e che riguarda il nostro continente». Oggi, ha osservato, «l'Italia è un Paese sicuro», ma questo non vuol dire che vi sia un rischio zero. «I cittadini - ha aggiunto - non possono cambiare le loro abitudini, devono vivere e pretendere che le forze di sicurezza facciano al massimo la loro attività. Finora ci siamo riusciti». E sono diverse le operazioni antiterrorismo scattate nell'ultimo periodo. A Macomer (Nuoro) è stato arrestato un presunto lupo solitario libanese che progettava di avvelenare la rete idrica sarda. A Milano manette ad un egiziano che pianificava attentati in Italia.

Massiccio il ricorso allo strumento delle espulsioni «per motivi di sicurezza dello Stato»: quest'anno sono già 117. Nel corso della riunione del Casa - come accade sempre in questi casi - sono state analizzate le prime informazioni provenienti dagli uffici antiterrorismo francesi e verificati eventuali collegamenti con l'Italia dell'autore della strage, Cherif Chekatt: al momento sono stati esclusi. In passato, in diversi casi erano emersi legami tra stragisti e l'Italia, come nel caso del tunisino Anis Amri, che colpì al mercatino di Natale di Berlino e di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l'attentatore del lungomare di Nizza. I contatti tra gli investigatori di Francia ed Italia continueranno ed alle autorità di Parigi è stato assicurato il massimo supporto per le indagini e la ricerca dell'attentatore.

Allerta massima ai valichi di frontiera, dopo il viaggio di Amri che, partito da Berlino, finì alla stazione di Sesto San Giovanni (Milano).

Sul fronte del rischio attentati le misure preventive sono già da tempo ai massimi livelli. Sorvegliati speciali i circa 135 foreign fighter che in qualche modo hanno avuto a che fare con l'Italia: 26 sono rientrati in Europa dal teatro siro-iracheno: di questi 12 sono tornati in Italia: 6 sono in carcere e 6 in libertà, ma tenuti sotto controllo. Occhi puntati sui radicalizzati, fenomeno che coinvolge molti giovani. Monitorato il web a caccia di adesioni e propaganda ai proclami jihadisti. E attenzione alla carceri, 'palestrà di tante radicalizzazioni: oltre 600 detenuti sono monitorati dal Dap.

Ultimo aggiornamento: 20:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA