Tangenti in Lombardia, «Soldi ai partiti e serate allegre: assunzioni decise dalle cosche»

Giovedì 9 Maggio 2019 di Claudia Guasco
Tangenti in Lombardia, «Soldi ai partiti e serate allegre: assunzioni decise dalle cosche»

Renato Napoli e Daniele D'Alfonso. Sono loro, dicono le carte della Dda di Milano sul sistema di tangenti in Lombardia, i direttori d'orchestra della spartizione degli appalti. L'orientamento lo dà Napoli: «Che ognuno si guarda poi il suo lotto». Ovvero: le aziende non si pestino i piedi a vicenda. E così una cinquantina di imprenditori su cui indagano i pm ha messo le mani sui lavori pubblici della città, dividendosi tra loro il settore della pulizia delle strade, della posa dei tubi del gas e della fibra ottica, del teleriscaldamento. Una tavola imbandita alla quale si è seduta anche la ndrangheta.

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PROTEZIONE MAFIOSA
A fare da tramite è l'imprenditore Daniele D'Alfonso, cui è contestata l'aggravante mafiosa: «Ha rapporti con l'azienda di Giuseppe Molluso, della famiglia calabrese operativa tra Corsico e Buccinasco, a dimostrazione scrive il gip Raffaella Mascarino che il contesto nel quale opera con Napoli è lo stesso, a cavallo tra la criminalità d'impresa e quella organizzata». Pervasiva al punto da infiltrarsi nei cantieri dati in appalto da Metropolitana Milanese. Giuseppe Molluso stringe contatti con l'ingegner Raffaele Forastieri, che opera per conto della Passarelli spa, società aggiudicataria con il Consorzio Stabile Reaserch di un appalto per i lavori di adeguamento e potenziamento delle reti di fognatura e dell'acquedotto di Milano. Società appaltante: MM Metropolitana Milanese. È Melluso, rivelano le intercettazioni, a reperire gli uomini per il servizio di guardiania dell'area dei lavori che, «come noto, costituisce una delle attività tipiche attraverso le quali la criminalità organizzata impone la protezione ai cantieri», si legge negli atti. Ma la ndrangheta fa anche un passo in più: D'Alfonso aiuta Molluso a subentrare nell'appalto a ForastieriPassarelli: mette a disposizione la propria ditta in possesso delle «White list» necessarie per partecipare ai bandi, poi fa eseguire i lavori alla Emmegi della famiglia Molluso. È la dimostrazione, ragiona il gip, di come Milano e la Lombardia siano «pesantemente pervase dalla criminalità organizzata di stampo mafioso: negli appalti pubblici, soprattutto nei settori dell'edilizia, della movimentazione terra, del trattamento dei rifiuti e della gestione dell'ambiente in generale, le imprese dalle varie famiglie di 'ndrangheta hanno affondato le loro radici».

TUTTI IN DISCOTECA
Fondamentali sono i rapporti con i politici e in questo D'Alfonso è bravissimo. «C'ho mezza Forza Italia stasera...tutti quelli di Varese...tutti i numeri uno di Forza Italia di Varese son lì. So che spenderò tanto perché tra mangiare e dopo... questi bevono come sanguisughe», si sfoga con il proprietario della discoteca Noir di Lissone sulla buona riuscita della serata del gennaio del 2018. Tra gli invitati, oltre a imprenditori e manager, il vice coordinatore di FI e candidato alle europee Pietro Tatarella e altri quattro politici azzurri, anche loro in cella. Naturalmente non è «un'occasione di rimpatriata fra amici» ma ha «finalità chiaramente lobbystiche», come gli oltre quaranta incontri al ristorante milanese Da Berti o nel bar di Gallarate chiamato «l'ambulatorio». Incontri questi dove l'«imprenditore rampante cerca di ampliare con ogni mezzo il suo business», favorendo anche il clan dei Molluso, e «trova il personaggio che rappresenta la sintesi, nella città di Milano e in Lombardia, per raggiungere il suo obiettivo, Tatarella». Lo «schema» di D'Alfonso è scientifico: finanziare illecitamente la campagna elettorale dei «politici che - in caso di vittoria - andranno a rivestire ruoli chiave per il suo settore di attività» e «ungere le ruote dei manager pubblici o privati che appartengono allo stesso schieramento».

INFORMAZIONI AL POLITICO
Meglio di lui fa solo Caianiello. Il potente forzista varesino è uno che punta in alto. Il 10 dicembre 2018 parla con Sozzani dell'imprenditore Claudio Milanese, il quale non intrattiene buoni rapporti con l'Anas. Caianiello rimugina su come dargli una mano. «È amico di Giancarlo Giorgetti», afferma. Il vicesegretario federale della Lega e sottosegretario alla presidenza del consiglio è nato nello stesso paese di Milanese: «Questo è il lago... Varese è lì, noi siamo dall'altra parte, qui è Inarzo dove è lui, qui è dove c'è Giorgetti, Bodio Lomnago. Io lo indirizzo, dico vai dal tuo amico!. Perchè storicamente sono qui, sono imprenditori della zona e lui è un personaggio eh». Sul tavolo c'è il cambio ai vertici dell'Anas. «Tu che hai delle amicizie locali importanti - suggerisce Sozzani - sappi che devono scegliere chi va al posto di Armani, domani è convocato il consiglio d'amministrazione». E Caianiello chiede se sarà il sottosegretario leghista ad avere un potere di scelta su tale nomina: «Chi è che va al tavolo? Giorgetti?». Risposta di Sozzani: «È lui. Sicuramente nella Lega è quello che dice la sua».
 

Ultimo aggiornamento: 09:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA