Super Green pass, No vax sospesi dal lavoro: ma controlli impossibili per badanti, colf e baby sitter non regolari

Da oggi l’obbligo: sarà richiesto a tutti gli occupati over 50. Anche le famiglie passibili di sanzioni se non verificano il certificato

Lunedì 14 Febbraio 2022 di Mauro Evangelisti
Super Green pass, No vax sospesi dal lavoro: ma controlli impossibili per badanti, colf e baby sitter non regolari

Mezzo milione di lavoratori over 50 rischia di restare a casa senza stipendio. Si tratta di una stima, si basa sul totale dei non vaccinati in quella fascia di età, sottraendo i pensionati e i non occupati. Da oggi è obbligatorio il Green pass rafforzato al lavoro per gli ultra cinquantenni, sono previste una multa che va dai 600 ai 1.500 euro e la sospensione perché si tratta di assenza ingiustificata.

Covid, scatta l'obbligo del Green Pass rafforzato a lavoro

No vax sospesi dal lavoro

Nelle aziende che si occupano di logistica c’è preoccupazione: visto il forte sviluppo negli ultimi mesi del settore del trasporto e della consegna delle merci, c’è penuria di autisti e dunque le sostituzioni sono tutt’altro che semplici. Ma un grande punto interrogativo riguarda anche un altro tipo di attività, quelle che vedono le famiglie svolgere il ruolo di datori di lavoro. Si parla di colf, baby sitter e badanti.

In regola sono in 950mila e di questi poco meno della metà si occupano di assistenza ad anziani e non autosufficienti. 

 

LE REGOLE

Già dall’ottobre 2021 è in vigore l’obbligo di Green pass base: colf, badanti o baby sitter non vaccinati ogni 48 ore dovevano sottoporsi a un test antigenico. Se non lo facevano, potevano essere licenziati. Questo ha convinto molti di loro a superare la resistenza alla vaccinazione. Sono solo circa il 5 per cento quelli ancora non immunizzati, attorno a quota 40.000. Spiega Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico: «Una parte di colf, badanti e baby sitter che continuano a rifiutare la vaccinazione è confluita e confluirà nel lavoro nero, senza contratto, senza regole». In questa terra di nessuno, dove non esistono i controlli, si stanno incontrando domanda e offerta No vax: famiglie non vaccinate danno lavoro, senza contratto, a badanti, colf e baby sitter non vaccinati, con tutti i rischi che questo comporta quando si assiste una persona fragile che potrebbe avere conseguenze molto serie se contagiata da Sars-CoV-2.

Già dall’ottobre 2021 è in vigore l’obbligo di Green pass base: colf, badanti o baby sitter non vaccinati ogni 48 ore dovevano sottoporsi a un test antigenico. Se non lo facevano, potevano essere licenziati. Questo ha convinto molti di loro a superare la resistenza alla vaccinazione. Sono solo circa il 5 per cento quelli ancora non immunizzati, attorno a quota 40.000. Spiega Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico: «Una parte di colf, badanti e baby sitter che continuano a rifiutare la vaccinazione è confluita e confluirà nel lavoro nero, senza contratto, senza regole». In questa terra di nessuno, dove non esistono i controlli, si stanno incontrando domanda e offerta No vax: famiglie non vaccinate danno lavoro, senza contratto, a badanti, colf e baby sitter non vaccinati, con tutti i rischi che questo comporta quando, ad esempio, si assiste una persona fragile che potrebbe avere conseguenze molto serie se contagiata da Sars-CoV-2. 

SENZA CONTRATTO

Si stima che senza contratto, in questi settori operino almeno un milione di lavoratori e lavoratrici, soprattutto di nazionalità straniera. «Va anche ricordato - spiega Zini - che le famiglie rischiano una sanzione se non controllano che il proprio dipendente abbia il Green pass rafforzato: va dai 400 ai 1.000 euro. Una parte, per quanto minoritaria, pur essendo favorevole alla vaccinazione, si volta dall’altra parte e accetta che badante, baby sitter o colf siano non vaccinati». Come mai? Trovare una nuova badante è tutt’altro che semplice per cui si preferisce non insistere sulla richiesta della certificazione verde. «Stiamo comunque parlando - precisano ad Assindatcolf - di una piccola minoranza, in questo settore per fortuna la percentuale di vaccinazione è molto alta, al 95 per cento, dunque sopra la media nazionale».

SCENARIO

Logistica, assistenza alle persone, trasporti, servizi pubblici, ristorazione, alberghi: in molti settori si guarda con apprensione alla giornata di oggi e alla stretta sul Green pass rafforzato, con l’obbligo introdotto sia nel pubblico sia nel privato dal decreto legge del 7 gennaio. La disposizione vale fino al 15 giugno. Secondo Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, solo nelle prossime ore sarà possibile capire che tipo di impatto, sugli organici, potrà avere l’obbligo del Green pass rafforzato in hotel e ristoranti. «Non dimentichiamo - aggiunge - che in questo periodo, a causa dei mille vincoli che ci sono in Italia, le presenze turistiche sono scarse, dunque non ci sarà comunque carenza di personale negli alberghi». Tutte le aziende dovranno svolgere delle verifiche utilizzando le app che consentono di controllare la validità del Green pass rafforzato del lavoratore. Chi non è in regola, sarà rimandato a casa, sospeso senza stipendio e sostituito con dei contratti che avranno una durata di dieci giorni rinnovabile. 

LE ESENZIONI

Chi è esentato? Chi non può vaccinarsi per motivi di salute (ma serve una certificazione del medico di base o del medico vaccinatore) e chi ha superato l’infezione e può dunque ricevere la vaccinazione solo dopo 120 giorni dalla negativizzazione. Il Green pass, senza terza dose, vale sei mesi: chi ha lasciato scadere questo termine senza ricevere il booster non potrà lavorare, anche se ha completato il primo ciclo vaccinale con doppia dose. Già dal primo febbraio l’over 50 non vaccinato rischia anche un’altra multa: è una tantum e la riceveranno tutti, non solo i lavoratori. Ammonta a 100 euro. 

Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 13:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA