Stupro di Palermo, l'amica della vittima attaccata sui social si "difende": «Non doveva denunciarli»

Finita nel mirino («L'hai lasciata da sola, potevi salvarla») la ragazza replica che non avrebbe dovuto fare i nomi dei sette

Lunedì 28 Agosto 2023
Stupro di Palermo, l'amica della vittima attaccata sui social si "difende": «Non doveva denunciarli»

La giovane stuprata a Palermo adesso alza la voce.

Lo fa sui social, dove ha ricevuto tanti messaggi d'affetto, ma anche tante accuse. «Non giudicate una stuprata», ha scritto a chi l'accusa affermando che, quella violenza orribile, sia in qualche modo anche colpa sua e dei suoi atteggiamenti.

Non appena i nomi dei sette indagati sono diventati di dominio pubblico, i social hanno cominciato a ribollire. Insulti e minacce di morte.

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Nel calderone è finita anche l'amica della vittima, che quella sera era con lei. «L'hai lasciata da sola, potevi salvarla», le scrivono. Per difendersi, in risposta ha pubblicato un post nel quale rivolge insulti ai carabinieri e attacca anche l'amica vittima di violenza. Motivo? Secondo lei, non avrebbe dovuto fare i nomi dei sette. A queste accuse, risponde: «Dopo tutto quel che dici torno sempre a piangere per te anche se tu non versi una lacrima», le ha scritto la vittima, pregando comunque i suoi follower di non continuare ad offenderla.

Vittima minacciata

La 19enne che ha subìto la violenza, oltre agli insulti social - già gravissimi - avrebbe ricevuto anche minacce da familiari degli indagati, riporta il Corriere della Sera. Le famiglie di Angelo Flores, il più grande dei sette che aveva nel suo cellulare il video dello stupro, di Gabriele Di Trapani e di Christian Barone, vivono nello stesso quartiere della giovane.

La ragazza «raggiunta, seppure indirettamente, da espresse minacce di morte da parte di persone vicine agli indagati, che le hanno fatto sapere di essere pronte a gesti violenti nei suoi confronti». E nonostante ciò, non ha lasciato la sua casa. «Capita che con le giovani vittime di abusi si instaurino rapporti particolari – spiega uno degli investigatori che si è occupato della vicenda — e che le ragazze si rivolgano a noi per consigli e problemi». 

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