Stefano Ansaldi, il ginecologo ucciso ieri sera a Milano, in via Macchi, non solo era un grande medico ma anche un «grande uomo». È così che le sue pazienti ricordano 'il professorè, un professionista stimato, amato, una persona «umana e buona come poche ce ne sono» che «amava il suo mestiere e le sue pazienti».
Ginecologo ucciso a Milano, è giallo. Le pazienti: «Stefano Ansaldi era l'angelo dei bambini»
Un'altra paziente è incredula mentre spiega come Ansaldi fosse «unico» sia dal lato professionale che dal lato umano, perché, «dopo tre anni di crisi, grazie a lui ho avuto la fortuna e la gioia di diventare mamma per ben due volte, quando invece tutti gli altri medici mi avevano detto solo baggianate». Stando a una prima ricostruzione dei carabinieri, che indagano sulla vicenda, Ansaldi stava camminando in via Mauro Macchi, angolo via Scarlatti, quando è stato accoltellato alla gola. Gli uomini del nucleo radiomobile e compagnia Duomo lo hanno trovato agonizzante a terra, riverso in una pozza di sangue. Inutili i soccorsi: il medico è morto poco dopo l'arrivo dell'ambulanza e dell'automedica. La vicenda ha scosso l'intera città, con il sindaco Giuseppe Sala che ha chiesto al prefetto «un incontro per valutare la situazione e prendere le decisioni necessarie per rafforzare la presenza delle forze dell'ordine» e il governatore lombardo, Attilio Fontana, che ha stigmatizzato l'omicidio come una fatto «inaccettabile», esprimendo forte preoccupazione. Intanto, sulla dinamica dell'omicidio e sui responsabili stanno indagando i carabinieri: tra le piste seguite dagli inquirenti resta in campo quella della rapina finita male ma nessuna ipotesi può essere al momento esclusa.