Sorelle morte a Marina di Massa nel campeggio, l'ipotesi: non è stato il maltempo

Martedì 1 Settembre 2020 di Giacomo Nicola
Sorelle morte a Marina di Massa nel campeggio, l'inchiesta: «Non è stato il maltempo»

«Purtroppo non c’è più niente da fare. Le bambine non ci sono più». Fatima e Hachim, i genitori delle due sorelline uccise da un albero mentre erano in campeggio a Massa Carrara, sono distrutti. La madre non smette di piangere. Avevano mandato una persona per avvisare la nonna materna Kahibia, viste le sue condizioni di salute, ma a lei è bastato guardare il telegiornale per capire che si trattava delle sue adorate nipotine. «Non le porteremo in Marocco. Le seppelliremo a Torino: Dio è ovunque», dice Fatima.

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Dopo la notizia sono seguite tante telefonate. «Mi ricordo ancora quando ho abbracciato le mie nipotine - racconta la nonna - prima che partissero. Erano così felici. Come faremo adesso?». Il padre e la sorella più grande si sono salvati perché erano usciti a sistemare la tenda che rischiava di essere portata via dal vento. Poi quel terribile schianto. La sorella più grande era sotto choc: non riusciva nemmeno a capire cosa in quel momento le stesse dicendo il padre. La sorellina più piccola, di due anni e mezzo, è morta quasi subito. Quella di 14 anni no: era lucida fino al suo arrivo in ospedale. Da lottatrice, era una promessa del judo, ha lottato. Così ha detto allo zio dopo l’incidente: «Zio vedrai che andata tutto bene. Adesso vado in ospedale, ma poi torno a casa con te. Vedrai». Invece alla fine si è arresa anche lei.

E la mamma non riesce a darsi pace. «Adesso sono sola. Devo tornare a casa senza due delle mie bambine. Eravamo venuti al mare perché piaceva tanto a Malak». La famiglia aveva scelto per quest’anno di non tornare in Marocco come faceva sempre. C’era il coronavirus e la prudenza non è mai troppa. Proprio per questo motivo aveva deciso di fermarsi un giorno in più in quel campeggio. «Non se la sentivano di viaggiare con il brutto tempo», spiega ancora la nonna.

Non una tromba d’aria, ma un forte temporale. Ma allora l’albero che ha ucciso le due sorelline nel campeggio Verde Mare in Toscana era pericoloso? La procura di Massa Carrara ha aperto un’inchiesta per individuare eventuali responsabili e per capire se questa tragedia poteva essere evitata. Oggi sarà incaricato un agronomo che dovrà stabilire in che condizioni era l’albero e se era prevedibile che potesse cadere. Si cerca di capire insomma se quell’albero dovesse essere abbattuto dai proprietari del camping perché pericoloso. Le radici sembravano secche, il tronco spezzato in più parti. Lo hanno spiegato anche degli esperti vedendo le immagini.

Said, lo zio delle bambine, che era in vacanza con loro, è furioso: «Non si può morire per un albero». Sabato e domenica scorsi la protezione civile della Toscana aveva diramato un allarme arancione per il maltempo e la procura adesso vuole capire se tutte le procedure di sicurezza sono state seguite in quel campeggio a due passi dal mare. Contemporaneamente il pm ha disposto l’autopsia sui corpicini delle due sorelline, per stabilire con esattezza le cause della morte. La più piccola è morta durante il trasporto in ospedale, la sorella di 14 anni tre ore dopo. «Abbiamo tentato di tutto per salvarla, ma le sue condizioni sono apparse subito disperate», hanno spiegato i medici all’ospedale di Massa.

Il padre, la madre, la sorella e il fratello che dormivano in un altro lato della tenda si sono salvati per miracolo. «Abbiamo sentito tremare il terreno e abbiamo visto la tenda afflosciarsi - hanno raccontato sotto choc ai soccorritori - la tenda si è sgonfiata come un pallone bucato, poi abbiamo visto il tronco dell’albero e li sotto c’erano Jannat e Malal». Il padre ha preso in braccio la figlia più piccola, ha urlato sotto la pioggia, ha pianto disperatamente cercando di rianimarla. I soccorsi del 118 e dei vigili del fuoco sono stati tempestivi. Il medico giunto sul posto ha chiesto anche l’intervento dell’elisoccorso, reso però impossibile dal maltempo. 
La famiglia è ancora sconvolta. Dopo la tragedia i genitori e gli altri due figli hanno trascorso la notte in un albergo di Massa. Il Comune ha provveduto a trovare una sistemazione per la famiglia marocchina, che adesso attende di riportare a casa, a Torino dove abitano, i corpi di Malak Lassiri, 14 anni, e della sorella Jannet, 3 anni, e fare i funerali. «Vogliamo solo portarle via con noi. Adesso sono con Dio». 
 

Ultimo aggiornamento: 21:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA