Siccità, Italia verso lo stato di emergenza. Curcio: «Non escludo razionamento diurno dell'acqua»

Il capo della protezione civile: nelle prossime due settimane misure e criteri

Lunedì 27 Giugno 2022
Siccità, Italia verso lo stato di emergenza. Curcio: «Non escludo razionamento diurno dell'acqua»

In Italia è emergenza siccità. La morsa di caldo continua a tenere in ostaggio il Paese e le prossime settimane saranno quelle per la dichiarazione dello stato di emergenza. Ma cosa vuol dire? «I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure - ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, a Sky Tg24 -. Penso nelle prossime giornate, al massimo prossime due settimane avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza». Tra le ipotesi c'è anche quella di un razionamento diurno dell'acqua, perché l'emergenza è totale. «Sono anni che parliamo di cambiamenti climatici, si discute su cosa siano i cambiamenti climatici, di come impattano sul nostro territorio questo periodo è una fotografia fedele di questi ragionamenti.

La fotografia italiana è un 40-50% di quantità di acqua piovuta in meno quest'anno rispetto alle medie degli ultimi anni. Abbiamo avuto fino al 70% di neve in meno - continua Curcio -. Abbiamo fiumi come il Po, per esempio, uno dei fiumi più importanti a livello nazionale per le vita che intorno a quel fiume si sviluppa, che ha portate fino all'80% in meno. Quindi abbiamo una situazione generalizzata di carenza di risorse idriche, quindi generale carenza di pioggia. In alcune aree diventa impattante in maniera assolutamente importante a livello agricolo, a livello ittico, produzione dell'energia elettrica. La situazione è generalmente complessa in tutto il Paese».

Il problema incendi

L'allarme estivo riguarda anche gli incendi, mai come quest'anno: «Gli incendi sono più del doppio dell'anno scorso e oltre sei volte di più del 2020 - ha spiegato Curcio - . Dal 15 di giugno a ieri ci sono state 199 schede di intervento contro le 80 del 2021 e le 30 del 2020. Siamo molto preoccupati».

 

Ultimo aggiornamento: 13:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA