Siccità, Po e laghi già in crisi, la Coldiretti: «2023 peggio del 2022 chiuso con 6 miliardi di euro di danni». Mancano gli invasi. Le previsioni

A rischio anche la produzione "pulita" di energia elettrica, non decolla la creazione di bacini di accumulo

Mercoledì 15 Febbraio 2023 di Paolo Ricci Bitti
Siccità, Po già in crisi, la Coldiretti: 2023 peggio del 2022 chiuso con 6 miliardi di euro di danni. Le previsioni

Siccità, basta il dato legato alla coltivazione del riso per dare il primo segnale d'allarme in questo inizio d'anno: secondo Coldiretti quest'anno non saranno allestiti quasi 8mila ettari di riso facendo scendere il totale al minimo storico da trent'anni: 211mila ettari. Una cifra drammatica se si ricorda che l'anno scorso, quello con l'estate più calda di sempre in Europa, la produzione di riso è crollata del 30%.

La preoccupazione è già massima perché questo scenario non relativo solo al riso: a metà febbraio vi sono già tutti gli elementi per prevedere un'annata peggiore del 2022.  Una prospettiva che riguarda non certo solo l'Italia: secondo il MetOffice, il servizio meteo della Grand Bretagna, la temperatura media globale fino a dicembre è prevista sopra la media con una forbice che va da + 1,08 °C a + 1,32 °C.

Se fosse confermata questa previsione si tratterebbe del decimo anno consecutivo in cui le temperature hanno superato la media di almeno un grado.

Nonostante questa tendenza ancora non si riesce ad accumulare più dell'11% dell'acqua piovana.

Tornando al riso va detto che con 1,5 milioni di tonnellate l’anno l’Italia contribuisce il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore. In Italia 9 risaie su 10 sono concentrate fra la Lombardia, Veneto e il Piemonte al nord dove è caduto il 40% di pioggia in meno rispetto alla media storica secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr.

Dal riso alle altre coltivazioni lo scenario non cambia alla vigilia delle semine 2023 con il fiume Po a secco che al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate. La situazione del più grande fiume italiano è rappresentativa delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 34% del lago di Garda al 38% di quello Maggiore fino ad appena al 21% di quello di Como.

I dati più crudi sono quelli del nord ovest, mentre all'opposto al sud, in Sicilia in particolare, è paradossalmente l'abbondanza di precipitazioni a causare preoccupazioni dopo che le campagne sono finite sott’acqua, con serre distrutte, alberi crollati ed anche raccolta degli ortaggi e degli agrumi bloccata per effetto di ben 24 eventi estremi tra bombe d’acqua e tempeste di vento che si sono abbattute sull’Isola in soli due giorni secondo l’analisi della Coldiretti sulla base su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).

Le alte temperature al nord rischiano poi di vanificare i benefici delle nevicate di cui ha goduto soprattutto il nord est: sulle Alpi lo scioglimento della neve avviene con troppa rapidità e questo impedisce l'accumulo di riserve e un alimentazione proficua dei corsi d'acqua. Lo stesso vale per l'Emilia Romagna. 

Penalizzata anche la produzione "pulita" di energia elettrica, un danno enorme che si aggiunge a quelli patito dall'agricoltura. 

Peggio che nel 2022

La situazione, ricorda ancora la Coldiretti, è quindi peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrato una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti a causa della siccità. Con il Po a secco – precisa la Coldiretti – rischia un terzo del Made in Italy a tavola che si produce proprio della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dai grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ai salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello fino alla frutta e alla verdura la produzione della food valley – continua la Coldiretti – rappresenta la punta di diamante del Made in Italy alimentare in Italia e nel mondo.

«Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%»,  dice il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel precisare che «insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita. Un intervento necessario – continua Prandini – anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo. L’irrigazione, infatti, può fare la differenza consentendo anche di triplicare le rese in campo».

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 13:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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