Genitori ritirano i figli dalla scuola: «Troppi rischi, se si contagiano finiamo in quarantena e addio lavoro»

Venerdì 4 Settembre 2020 di Elena Filini
Covid. Genitori ritirano i figli dalla scuola: «Troppi rischi, se si contagiano finiamo in quarantena e addio lavoro»

Il lockdown da Coronavirus ha già fatto abbastanza danni, una nuova chiusura potrebbe mettere davvero in crisi il bilancio familiare. Per questo i genitori di due studenti trevigiani hanno deciso di ritirarli dalle rispettive scuole: il rischio che i ragazzi possano contagiarsi in classe, e dunque far mettere in quarantena pure le famiglie, e quindi causare lo stop delle attività che gestiscono in proprio, li ha indotti a preferire per i figli lo studio da privatisti. Episodi singoli, ma sintomatici di un fenomeno nuovo e allarmante, quello della paura per il ritorno sui banchi.

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Accade nella Marca, una provincia dov'è emerso anche il problema dei docenti fragili, insegnanti che hanno chiesto di poter continuare a praticare la didattica a distanza, al punto che una trentina di dirigenti scolastici ha voluto segnalare la situazione anche all'Ufficio scolastico regionale. Anche tra le famiglie, però, serpeggia la preoccupazione, come dimostra la testimonianza di due genitori: «Siamo costretti a ritirare nostra figlia. Non possiamo permetterci una positività e una conseguente quarantena. Il Covid ha messo in ginocchio l'attività di famiglia: non resisteremmo ad un altro blocco».


 

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Paura del Covid: ritirano i figli da scuola

Al tempo della pandemia, la scuola è anche questo: richieste di ritiro perché rimane il pericolo di infezione. È quanto avvenuto in un istituto superiore di Vittorio Veneto. Una madre, responsabile di un centro estetico, ha spiegato a professori e preside che i mesi di lockdown hanno ridotto la sua famiglia sul lastrico: «Non potremmo far fronte ad una nuova chiusura», ha confidato, arrivando a chiedere il ritiro della propria figlia, tanto che la studentessa sosterrà gli esami da privatista. Nella stessa area un altro nucleo familiare, che gestisce un locale nel settore della ristorazione, ha chiesto un colloquio alla scuola per valutare la medesima possibilità: «Dover gestire contagio e quarantena per noi sarebbe devastante a livello economico», hanno sottolineato mamma e papà, a loro volta preoccupati che l'eventuale isolamento domiciliare del figlio finisca inevitabilmente per coinvolgere non solo la casa ma anche la bottega.

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Studenti via dalle classi: dove

I dirigenti scolastici di Treviso confermano che esistono criticità di questo tipo. «Casi in aumento alle elementari e alle medie», dice Mario Dalle Carbonare, del liceo scientifico Da Vinci. Ma anche al classico e linguistico Canova ci sono situazioni di questo tipo da gestire: «Due fino ad ora i casi», rivela Mariarita Ventura: «In uno la preoccupazione è data dal fatto che nel nucleo famigliare c'è un elemento fragile per cui si teme che il ragazzo, contraendo eventualmente il virus a scuola, possa contagiare il congiunto. Nell'altro è stata prospettata una motivazione lavorativa». 
 

Studenti e contagio: pericolo a casa

Oltre alla motivazione economica dunque, ci può essere pure quella strettamente sanitaria: le famiglie con nonni malati, oppure altri componenti che sono pazienti oncologici o comunque immunodepressi, si stanno orientando sulle lezioni private. «Abbiamo avuto un approccio muscolare alla ripresa afferma Antonia Piva, dirigente dell'istituto Duca degli Abruzzi ma lo choc di questa nuova condizione inizierà pian piano a manifestarsi. Abbiamo in genere richieste di questo tipo per allievi che hanno un percorso musicale o sportivo. Quest'anno alcuni genitori hanno chiesto colloqui specifici per essere rassicurati sul punto. C'è molta ansia: noi però cerchiamo di spiegare che le procedure consentono di venire a scuola con ragionevole serenità». 


 

Dad: didattica a distanza

I genitori avevano chiesto di poter fruire della Dad, pur tanto contestata nei lunghi mesi conclusivi dello scorso anno scolastico, anche se adesso richiesta da diversi maestri e professori in condizione di difficoltà fisica o psicologica. Tuttavia questa opzione non può essere attivata con la semplice richiesta di mamma e papà, senza che sussistano problemi certificati, come rimarca la preside Ventura: «In entrambi i casi che ci sono capitati, la prima richiesta era quella di poter usufruire della didattica a distanza. Ma per legge ciò è possibile solo se il ragazzo si trova in condizioni di fragilità. Noi abbiamo rassicurato le famiglie sulle precauzioni e sui protocolli ferrei adottati. Ma, certo, in mancanza di altre alternative, abbiamo dovuto prospettare il ritiro e la preparazione privata per poi sostenere gli esami come esterni».

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Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 02:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA