Scomparsi Piacenza, le lacrime di Sebastiani dopo l'arresto: «L'ho uccisa, ma l'amavo»

Domenica 8 Settembre 2019 di Giuseppe Scarpa
Scomparsi Piacenza, le lacrime di Sebastiani dopo l'arresto: «L'ho uccisa, ma l'amavo»

«Ho perso la testa e l'ho uccisa». Ha farfugliato ai carabinieri. È crollato l'assassino di Elisa Pomarelli, Massimo Sebastiani, operaio di 45 anni. Un gesto d'impeto poi la decisione di nascondersi. A partire da quel 25 agosto. La data che segna la fine di tutto. Il pranzo con la donna, la lite, l'uccisione e il tentativo maldestro di non farsi trovare dalle forze dell'ordine. Mentre i militari setacciavano la zona a sud di Sariano, nei boschi dove i sentieri portano al monte Moria, lui, braccato, viveva nel solaio di un casolare. Quando lo hanno fermato ha capito che non poteva continuare a mentire. A nascondere l'evidenza. Ha indicato il posto in cui l'aveva sotterrata. Piangendo ha detto: «Vi porto dove ho seppellito Elisa, l'amavo», ha spiegato agli investigatori. Facendo così calare il sipario su una storia che ha tenuto con il fiato sospeso un'intera comunità. E aveva fatto sperare la sorella in un epilogo ben diverso. «La conta è finita Ely, ed io non ti trovo, fai tana libera tutti ti prego». Il messaggio lasciato da Francesca Pomarelli sulla bacheca Facebook di Elisa. «Sei il mio primo pensiero alla mattina, e l'ultimo quando vado a dormire» scriveva la ragazza venerdì. Ma la sorella era morta già da 14 giorni. Lui l'aveva strangolata domenica 25 agosto poco dopo la fine del pranzo al ristorante Il Lupo di Ciriano di Carpaneto, in provincia di Piacenza. «Uccisa fra i quindici e i venti minuti dopo», ipotizzano gli inquirenti. Quando i carabinieri, ieri, sono arrivati nel punto indicato dall'uomo hanno di fatto ritrovato il cadavere. Il corpo della ragazza era integro, sotterrato nel terreno a un metro di profondità in una zona boschiva e molto impervia.

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LA LITE
Una lite forse generata da un rifiuto. Sebastiani si era invaghito della ragazza. Lei non era dello stesso avviso. Al rifiuto di Elisa l'uomo aveva reagito con la forza. L'aveva strozzata.
C'è chi racconta che lui, Elisa, la definisse «la mia fidanzata». In realtà c'era solo un rapporto di amicizia che durava da tre anni. Ma l'uomo non si rassegnava. «Diceva La voglio, la voglio, ma lei non ne vuole sapere e siamo soltanto amici», dice un amico di Elisa. Sebastiani però sperava che un domani lei cedesse.
 


I VIDEO
Una sorta di rambo di provincia. Un uomo che amava esibire la sua forza. In rete sono presenti due video che dicono molto della sua personalità. Nel primo filmato l'uomo si avvicina a un armadio e con rabbia lo solleva e lo distrugge. «A cosa è servito?», continua a ripetere in modo quasi ossessivo mentre spacca il mobile con una forza inaudita ripetendo «andavano bene anche queste piccole cose! Dimmi a cosa è servito tutto questo». In un secondo video, anche questo realizzato con il suo smartphone, si vede l'uomo che solleva un tronco e impugna una motosega con cui taglia la legna. Non è chiara la data dei video ma documentano la forza fisica e la personalità del 45enne.
 

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