Gli scienzati tentati dalla politica. Da Lopalco a Pregliasco: «Giusto impegnarsi nella società»

Venerdì 10 Luglio 2020
Da Lopalco a Pregliasco: «Giusto impegnarsi nella società»

Gli scienziati tentati dalla politica. Perché non sfruttare la popolarità conquistata con l'emergenza Covid? E in un momento così delicato, suggeriscono in tanti, sarebbe forse importante che i medici e ricercatori si impegnassero anche fuori da laboratori e corsie per promuovere la tutela della salute. Ormai star in tv e nei social, conosciuti anche più di alcuni ministri, virologi ed epidemiologi non hanno alcuna intenzione di abbandonare la scena. Giusto oppure no che si diano alla politica?

Il dibattito nasce con i rumors sulla candidatura di Lopalco alle regionali in Puglia. «La mia candidatura per le Regionali in Puglia è una voce, circolata in certi ambienti. A me non è arrivata nessuna proposta ufficiale dal presidente Emiliano, con cui non ho parlato in questi giorni. Nessuna decisione è stata presa. Se arriverà un'offerta ci rifletterò», spiega all'Adnkronos l'epidemiologo dell'Università di Pisa, Pierluigi Lopalco, consulente della Regione Puglia per l'emergenza Covid-19, che frena sulla sua candidatura nelle liste di Michele Emiliano per le prossime elezioni regionali in Puglia.
Quanto alle accuse piovute sui social di aver sfruttato il suo ruolo di consulente per trarne vantaggi, Lopalco ribatte: «Sono stupidaggini». La politica non lo psaventa, tutt'altro. «In questi giorni - spiega Lopalco - ho discusso molto con alcuni amici su cosa significhi, per chi viene dalla società civile, impegnarsi in politica - osserva l'epidemiologo - spesso si fanno dichiarazioni dicendo appunto che la società civile deve prendere posizione e allora mi chiedo chi più degli scienziati può dare un vero significato a questa parole? Abbiamo le conoscenze e sappiamo fare il nostro lavoro, se ci sono le condizioni di una reale possibilità di cambiamento - conclude - la scienza deve mettersi a disposizione della politica».


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Molti colleghi gli danno ragione, a cominciare da Pregliasco. «Concordo con Lopalco: questa emergenza Covid ha messo in evidenza l'importanza dell'impegno di ognuno di noi ricercatori. E come Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) ho toccato con mano l'importanza di dar voce alla società civile», sostiene il virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco, che vede con favore un eventuale ingresso in politica del «collega e amico» Lopalco. «Perché no? Penso che dalla società civile, e dalla scienza, possano arrivare nuove prospettive e nuove forze che possono contribuire all'autorevolezza delle istituzioni», aggiunge il virologo. «Insomma, la politica potrebbe solo arricchirsi con innesti della società civile, e se Lopalco deciderà di impegnarsi gli faccio i miei migliori auguri».


«Stimo molto Pierluigi Lopalco ed è libero di fare quello che vuole. Se come medico si vuole mettere il proprio sapere al servizio della politica, che poi vuol dire essere al servizio dei cittadini, non vedo cosa ci sia di male. Come scendono in politica avvocati o imprenditori non c'é niente di male se un epidemiologo decide di fare politica». Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia antinfettiva (Sita), commenta così le voci di una candidatura di Lopalco. «Io preferisco fare il mio lavoro e continuare a seguire e curare i miei pazienti, ad occuparmi di ricerca e degli studenti dell'università - prosegue Bassetti, rimandando al momento un suo impegno in politica - Rispetto però la scelta dei colleghi che vogliono fare politica anche se io non lo fare mai.

Credo che un medico o un ricercatore che decidono di impegnarsi in questo settore, come hanno fatto nella loro carriera professionale, possano essere solo una guadagno per la collettività». 
 



«Lopalco non sarà l'ultimo: vedo altri colleghi che hanno atteggiamenti che preludono ad una discesa in campo. Fremono per fare politica». sottolinea  Salute Massimo Clementi, virologo dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milan. Il fatto che medici o scienziati decidano di appendere il camice bianco al chiodo per fare politica «è legittimo», prosegue Clementi. «Poi può essere imbarazzante se uno fa avanti e indietro», sorride il virologo che di fronte all'ipotesi di una eventuale sua candidatura in politica risponde: «Mai, non mi interessa. Se non c'è passione in quello che fai, il lavoro viene male».


«La politica, mai come in questa situazione, ha bisogno di buon senso e di impegno civile con l'obiettivo di formare una vera classe dirigente. Ciò detto, sono contentissimo che questo tipo di impegno non mi riguardi». Di più: «Sono felice e sereno perché questo tipo di impegno non riguarderà mai la mia persona». Così Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell'ospedale San Raffaele di Milano. 

Ultimo aggiornamento: 15:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA