Roma, elezioni, Rampelli: «Sì a Bertolaso ma ora deve dirci se è disponibile»

Venerdì 14 Maggio 2021 di Fabio Rossi
Roma, elezioni, Rampelli: «Sì a Bertolaso ma ora deve dirci se è disponibile»

«Gualtieri? Per me la partita Zingaretti non è ancora chiusa». Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia, rilancia nel campo avverso la palla delle candidature per il Campidoglio, in assenza della nomination del centrodestra. «Bertolaso dovrebbe uscire davvero allo scoperto, farci sapere se è disponibile o no».
Dopo mesi di vana attesa, non c'è ancora un accordo sul candidato per Roma. Perché?
«Il centrodestra ha pensato che le grandi città italiane dovessero meritare candidati sindaci di alto profilo. Abbiamo iniziato a cercarli, e il lavoro ha prodotto buoni risultati: l'obiettivo è di dare il miglior governo possibile ai Comuni».
Ma si aspettano ancora i nomi.
«Credo che sia fondamentale parlare dei problemi di Roma, che vive una crisi di sistema, un'assenza di copertura dallo stato nazionale. Nessuna nazione ha abbandonato così la propria Capitale. Qui invece, con la sostanziale cancellazione della legge per Roma Capitale, che fu lanciata da Craxi (un milanese), la città è stata spinta verso il declino».
Da qualche mese si parla di Guido Bertolaso. Siete contrari a questa soluzione?
«Giorgia Meloni ha detto che per il carattere che ha Bertolaso non sarebbe il candidato ideale, ma sarebbe un ottimo sindaco. Quindi c'è apprezzamento e rispetto per lui, ma dovrebbe una volta per tutte chiarire se è disponibile o no».
Intanto il Pd ha fatto la sua scelta, puntando su Roberto Gualtieri.
«Il Pd ne sa una più del diavolo ed è anche molto spregiudicato. Secondo me sta testando Gualtieri, e la partita Zingaretti non è chiusa. C'è tempo fino al 24 maggio, vediamo cosa succede».
Quindi attenderete la chiusura delle candidature delle Primarie del centrosinistra, prima di scegliere il vostro candidato?
«Mi auguro che i tre leader possano vedersi prima. Ma noi siamo gli sfidanti, è giusto che le prime mosse le faccia chi governa in Campidoglio e alla Regione Lazio».
Parlando di temi nazionali, nel centrodestra risolverete la questione della presidenza del Copasir?
«Credo che i presidenti delle Camere abbiano stimolato i partiti a trovare un accordo che non è arrivato. Ora si sta violando la legge, quindi tocca a loro sciogliere il Copasir».
Su riaperture e coprifuoco si troverà un compromesso per voi accettabile?
«Il problema è che con troppa disinvoltura si è deciso di limitare le libertà costituzionali di tutti per colpire 50-100 mila persone che fanno la movida. È come eliminare una zanzara con un bazooka. Paradossalmente si è invece abbassatala la guarda su misure fondamentali come le sanificazioni e il distanziamento fisico su autobus e metropolitane».
Non vede un cambiamento, su questo fronte, con il governo Draghi?
«Anche se siamo rimasti all'opposizione, ci siamo augurati una tangibile discontinuità.

Ma non c'è stata, né sui sostegni né sul coprifuoco».

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