Teresa Rongai, segretaria della Federazione italiana medici pediatri di Roma e Lazio: esiste un allarme streptococco?
«Di solito di parla di “fever phobia”, ora siamo alla “streptococco phobia”. I contagi ci sono, è indubbio, soprattuto adesso che, dopo due anni di mascherine, siamo maggiormente soggetti ai virus. Ma non dobbiamo esagerare con i tamponi».
In che senso?
«Se facciamo tutti un tampone, troveremmo di sicuro dei batteri e dei virus. Ma senza accusare sintomi chiari è inutile fare il tampone, esistono anche i portatori sani. Non deve diventare una psicosi, è pericoloso».
Che cosa si rischia?
«Se abusiamo di antibiotici, andiamo ad abbattere le nostre difese. C’è chi decide autonomamente di fare il tampone, tanto che nelle farmacie sono terminati, e poi di assumere antibiotici: da qualche settimana siamo alle prese con una psicosi»
Quali sono i veri campanelli di allarme?
«Ogni medico conosce il suo paziente, direi in generale la febbre associata a mal di gola, alle ghiandole ingrossate o alla scarlattina. Il tampone deve essere richiesto dal medico: invece, per un singolo caso, partono tamponi a tappeto a tutta la classe. Dalle maestre ai genitori».
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