Riaperture, zona gialla da maggio, via a bar e ristoranti (ma palestre solo da metà mese)

Giovedì 15 Aprile 2021 di Alberto Gentili
Riaperture, zona gialla da maggio, via a bar e ristoranti (ma palestre solo da metà mese)

Sarà decisa questa mattina la road map delle riaperture. Mario Draghi vuole dare un «segnale ai cittadini e alle imprese che non ce la fanno più».

E questo segnale sarà improntato alla «gradualità». Ciò significa che la cabina di regia convocata per questa mattina non decreterà un “liberi tutti e subito”. E che la risposta dell’esecutivo alle proposte avanzate dalle Regioni sarà in gran parte negativa. «Perché serve cautela, bisogna assolutamente scongiurare il rischio di riaprire e poi richiudere dopo un mese, sarebbe un disastro», dice una fonte di governo. E aggiunge: «Il calendario della ripartenza avrà come presupposto l’esigenza di seguire un percorso graduale improntato alla necessità di rendere le riaperture irreversibili, in quanto sicure».

Poco o altro filtra da palazzo Chigi e dai ministri che seguono il dossier. Questo perché soltanto questa mattina che il governo avrà i nuovi dati sull’andamento dell’epidemia. Eppure, in base alle indiscrezioni e applicando il principio della «gradualità» della ripartenza, è ragionevole ipotizzare le decisioni che verranno prese e che verranno illustrate da Draghi in conferenza stampa. Il nuovo decreto, che sarà varato a metà della prossima settimana, entrerà in vigore il 1° o il 3 maggio. A meno di un anticipo al 26 aprile di un allentamento relativo ad alcuni esercizi commerciali.

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Il ritorno del giallo

Dopo l’abolizione delle zone gialle decisa a inizio marzo, è praticamente sicuro il ripristino di queste regole. Ciò significa che dovrebbero cadere le restrizioni delle zone arancioni, con la possibilità di uscire dal proprio Comune di residenza o domicilio. Ma, a meno di sorprese, resteranno chiusi i centri commerciali durante il week-end.

Gli spostamenti

Il ritorno del “giallo” dovrebbe portare con sé, se non subito almeno da metà maggio, l’abolizione del divieto di superare i confini regionali «salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità». Dunque dovrebbe diventare possibile andare da una Regione all’altra, ma a condizione che siano dello stesso colore. Spostamenti vietati da e verso le aree arancioni o rosse.

I ristoranti

C’è l’ipotesi che già dal 26 aprile, per dare appunto un segnale, Draghi voglia dare il via libera ai ristoranti con tavoli all’aperto. Ma è più probabile che il giorno del ritorno al lavoro dei ristoratori sia il 1° o il 3 maggio. All’inizio la ripartenza sarà solo a pranzo (con chiusura alle 18, dopo solo consegne a domicilio o asporto), con 2 metri di distanza tra i tavoli all’interno (a meno di barriere di plexiglass) e 1 metro all’esterno, la prenotazione obbligatoria, il menu in formato digitale o plastificato, la misurazione della temperatura all’ingresso per i clienti. La mascherina obbligatoria per i camerieri e, solo quando si muovono, per i clienti. Poi, da metà maggio, dovrebbe scattare anche l’apertura serale. E a questo punto verrà posticipato il coprifuoco.

I bar

Salvo sorprese, è ragionevole prevedere che il governo consenta anche la riapertura dei bar. Ma forse con orario ridotto alle 16 per evitare gli assembramenti all’ora dell’aperitivo con effetto-movida. E con l’obbligo di servire esclusivamente i clienti seduti ai tavoli: vietato l’asporto delle bevande. Il limite delle 16 dovrebbe cadere a metà maggio quando verrà esteso anche l’orario di apertura dei ristoranti.

I cinema e i tatri

Il via libera è considerato certo anche per le sale al chiuso: in questa stagione è difficile puntare sulle arene. Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, si batte affinché la capienza venga portata dal 25 al 50%. Ciò significa che al chiuso gli spettatori potrebbero arrivare al limite di 500 e all’aperto a mille. Obbligatorie la mascherina e la prenotazione. Improbabile che passi la proposta delle Regioni di un tampone negativo nelle ultime 48 ore per poter accedere agli spettacoli.

Le palestre e le piscine

Il loro destino verrà deciso questa mattina. Se prevarrà la gradualità e la prudenza, palestre e piscine potranno tornare in attività soltanto nelle prossime settimane, appena la curva dell’epidemia lo consentirà. Le regole sono quelle fissate dal Cts a febbraio scorso: solo lezioni individuali con minimo 2 metri di distanziamento, attrezzi sanificati dopo ogni utilizzo, docce vietate. In piscina per ogni nuotatore dovranno essere riservati almeno 10 mq. Obbligatorie le prenotazioni.

Stadi, concerti, fiere

Il mese della ripartenza per questi settori sarà giugno, sempre che la curva dell’epidemia lo consentirà. Prima dello spettacolo, della partita o dell’evento verrà misurata la temperatura degli spettatori, la capienza all’inizio sarà del 25% e saranno obbligatori distanziamento e mascherine.

I parrucchieri

C’è l’ipotesi che il 26 aprile venga consentita l’apertura, così chiede la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, di parrucchieri e centri estetici nelle zone rosse. Ma questo allentamento non è gradito all’ala rigorista del governo e al Cts. Se passasse la proposta di Forza Italia il decreto avrebbe validità dal 26 aprile e non dal 1° o 3 maggio.

Il coprifuoco

In base al principio di gradualità, l’obbligo di tornare a casa entro le 22 (salvo i soliti comprovati motivi) all’inizio verrà confermato. Ma il coprifuoco verrà portato alle 23.30 o a mezzanotte non appena verrà concesso il via libera all’attività serale di ristoranti, cinema e teatri.

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 18:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA