L’epidemia in Italia è in rapido peggioramento. Nella maggior parte del territorio nazionale è compatibile con uno scenario di tipo 3 ma sono in aumento il numero di Regioni/PA in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. Si conferma pertanto una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio nazionale con criticità ormai evidenti in numerose Regioni/PA italiane. Il report settimanale 26 ottobre-1 novembre, del monitoraggio fase 2 del Ministero della Salute, aggiornato al 9 novembre, fotografa una situazione complessiva sempre più critica. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione nella prima parte di ottobre. In considerazione del peggioramento della situazione complessiva Liguria, Toscana, Abruzzo, Basilicata e Umbria sono passate dalla zona gialla a quella arancione, essendo divenute a rischio alto.
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L'indice Rt superiore a 1,5
La situazione descritta in questa relazione evidenzia forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni/PA. L’aumento ulteriore dell’incidenza è coerente con l’aumento dell’Rt nazionale che attualmente si mantiene al di sopra di 1,7 nel suo valore medio e abbastanza stabile (a 1.45) nel sul intervallo di confidenza minore, indicando un progressivo avvicinamento allo scenario 4. «Si conferma una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità ormai evidenti in tutte le Regioni/PA. E' necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari». Inoltre «è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi».
Il virus circola diffusamente: aumentano i casi non riconducibili a catene di trasmissione note
Si mantiene stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento di contatti (19,5%), e si conferma la percentuale ormai rilevante dei casi identificati per la comparsa di sintomi (35,1%). Si conferma stabile (27,4%) anche la percentuale dei casi che è stata rilevata attraverso attività di screening. É ormai non trascurabile (18,0%) la percentuale dei casi per cui non è stato riportato il motivo dell’accertamento diagnostico. o Continua ad aumentare il numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (74.967 questa settimana vs 49.511 la settimana precedente) che supera l’80% dei nuovi casi segnalati in alcune Regioni.