Reddito cittadinanza al via: solo alle Poste presentate 36mila domande

Mercoledì 6 Marzo 2019
Reddito cittadinanza al via: alle 14 presentate 29mila domande alle Poste

Sono 36mila le richieste per il reddito di cittadinanza presentate alle Poste nel primo giorno utile per fare domanda.

Lo comunica Poste italiane indicando anche che «il flusso dei cittadini richiedenti è stato costante e ordinato su tutto il territorio». Da Napoli al Veneto, passando per Roma, niente code. E nessun assalto. Molti interrogativi, qualche inciampo iniziale online subito superato. E la grande speranza, trovare un'occupazione, perché va bene il reddito ma «il lavoro è questione di dignità». Il primo giorno del reddito di cittadinanza fila via «senza intoppi», come dice il vicepremier Luigi Di Maio, esultante perché oggi parte una «rivoluzione» che dà voce, e sostegno, «alle persone normali, fino ad ora invisibili».

Una marea di almeno centomila persone, tra chi è riuscito a presentare subito la domanda e chi ha intasato i centralini dei Caf per avere un appuntamento nei prossimi giorni. Solo alle Poste il bilancio è di quasi 36mila istanze mentre quasi 9mila hanno preferito il fai da te, presentando la domanda online sul sito ufficiale del reddito. A registrare la maggiore affluenza, almeno agli uffici postali, sono state Campania, Lombardia e Sicilia, tutte oltre le 5mila istanze. Ma ai Caf è già tutto pieno fino a fine aprile, fa sapere ad esempio la Cgil del Friuli, mentre ai centri di assistenza fiscale della Cisl sono stati messi in calendario 14mila appuntamenti solo oggi e sono state lavorate 3.500 domande, un migliaio nella sola Sicilia.

Ma la Cisl è solo uno dei cinque grandi gruppi che riuniscono i Centri di Assistenza Fiscale. In totale una realtà che conta su 30.000 uffici. I potenziali beneficiari si sono presentati già di buon mattino in tutta Italia, da Torino (con già 1.300 prenotati alla sola Cisl) a Siracusa, e «un numero importante di richieste a Milano», in particolare in periferia. Sempre dal capoluogo lombardo potrebbero partire anche i primi ricorsi contro i requisiti per gli stranieri, considerati «incostituzionali», come ha spiegato Alberto Guariso dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi). I paletti per delimitare il più possibile il reddito 'agli italianì, peraltro, sono stati già inaspriti nel passaggio del decretone al Senato, che ancora deve concludere l'iter alla Camera. Solo a fine marzo quindi saranno aggiornati anche i moduli per fare la richiesta e si potrà tenere conto dei nuovi criteri.

Nel frattempo l'Inps inizierà il vaglio delle domande e sarà da vedere quanti saranno i fortunati che già prima di Pasqua riceveranno la card con il nuovo sussidio. L'erogazione del beneficio, ha assicurato l'istituto di previdenza, avverrà nei tempi previsti, quindi già dalla fine di aprile le somme saranno accreditate. L'ok o il ko sarà comunicato agli interessati (e anticipato via sms o mail) a partire dal 15 aprile e le card saranno attivate dal 19 aprile. La distribuzione del nuovo sussidio, assicura il commissario designato Pasquale Tridico, sarà «omogenea», poco più della metà nel Mezzogiorno: solo al 5% dei beneficiari però, calcola l'Upb, arriverà il reddito pieno, più di 6mila euro l'anno. A un quarto della platea, invece, arriveranno all'incirca 80 euro al mese, meno di 1.000 euro l'anno.

C'è peraltro un «rischio enorme», paventa la Cei, «di aumentare forme di cittadinanza non solo passiva ma anche parassitaria», visto che il beneficio è comunque simile alla retribuzione, e può spingere alla rinuncia a cercare il lavoro. Per avere successo anche sul fronte delle politiche attive per il lavoro, Di Maio continua a spingere sui «navigator», pensati, assicura, per «supportare» i centri per l'impiego ancora sguarniti di personale, finché non saranno completati i concorsi. Ma le Regioni continuano a essere contrarie all'immissione massiva di nuovi «precari» nel sistema e al momento, in attesa di una mediazione tra esecutivo e governatori, anche il bando per l'assunzione di questi co.co.co. è bloccato.


Reddito di cittadinanza e code al Caf, la memoria torna alle tessere annonarie

ROMA
Da Torpignattara a Cinecittà fino a Centocelle, negli uffici postali e nei Caf della periferia della capitale le procedure sono filate lisce e non si sono verificati problemi particolari. I pochi che finora si sono presentati, soprattutto ai Caf, hanno ottenuto senza dover attendere ore le informazioni necessarie sulla documentazione da presentare e si sono visti fissare un appuntamento per i prossimi giorni. Stessa situazione agli uffici postali dove chi aveva già fatto tutti i documenti necessari ha potuto presentare la domanda senza problemi. Uno dei primi é stato Davide, 37 anni, che alle 7.50 era già in fila davanti alle poste di Torpignattara. Disoccupato da 3 anni, con due figli di 14 e 4 anni e una moglie anche lei senza lavoro, Davide più che nel reddito spera che il nuovo strumento possa aiutarlo a trovare finalmente lavoro. «Sono 3 anni che sono iscritto al centro per l'impiego - dice - e nessuno mi ha mai chiamato, nessuno mi ha proposto un lavoro. Ora ci daranno il reddito, ma un lavoro ce lo troveranno?».




Secondo fonti dei principali sindacati ai centri Caf del Veneto le presenze agli sportelli, che erano stati rinforzati, sono minime se non inesistenti sia nei capoluoghi di provincia che nelle realtà minori. «Nessun assalto - dice Roberto Soncin della Cisl del Veneto - stiamo monitorando tutto il territorio regionale ma non ci risulta nulla di anormale rispetto agli altri giorni». Nel caso specifico di Treviso al principale Centro di assistenza fiscale della Cisl sono stati tre gli utenti e nei Caf della Cgil, nel capoluogo e in provincia, l'affluenza di coloro che vi si sono recati per questioni legate alle richieste del reddito di cittadinanza è definita «sporadica».

Nessuna coda nemmenoalle poste del quartiere Vomero-Arenella, a Napoli. All'apertura si sono presentati 'desertì gli uffici postali di piazza Fuga mentre nella principale Posta della zona, in piazza degli Artisti, poche le persone in coda ma nessuno, al momento, per presentare la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. Tuttavia tra le persone in fila la misura varata dal Governo è l'argomento del giorno. Tra i cittadini infatti c'è chi, proprio temendo le lunghe code, ha deciso di recarsi presto alla posta per sbrigare le proprie necessità nella speranza di evitare il caos ma c'è anche chi non è a conoscenza del 'coinvolgimentò degli uffici postali per ottenere il sussidio. In attesa ci so o prevalentemente persone anziane per ritirare la pensione. Nel vicino Caf invece un paio di persone attendono di presentare la domanda. Anche tra loro 'la sorpresà di non vedere code.

«Credo che tra la gente - dice una giovane mamma - ci sia poca informazione su chi può ottenere il reddito. Diverse persone mamme come me ad esempio non sanno che possono accedere alla misura perché credono che avendo un bimbo piccolo sarebbero costrette a rifiutare la proposta di lavoro e invece non sanno che con un bimbo piccolo, sotto i 3 anni, non hanno l'obbligo di lavorare e possono comunque prendere il reddito». Ma accanto alla scarsa informazione, si affianca la convinzone che chi lavora a nero non richiede il reddito per paura dei controlli e delle eventuali sanzioni. «Nella nostra città come in provincia c'è tanta gente che lavora a nero - afferma un uomo in attesa di presentare la domanda - e queste persone dà una parte se chiamate a lavorare a seguito dell'ottenimento del reddito di cittadinanza non potrebbero accettare e dall'altro c'è la paura di subire i controlli che farebbero perdere il reddito di cittadinanza e farebbero venire alla luce situazioni economiche non dichiarate al fisco».



 

Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 12:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA