Va in un locale, cade da un muro dopo la serata alcolica e muore a 20 anni, choc a Napoli

Venerdì 7 Febbraio 2020 di Maria Chiara Aulisio
Va in un locale, cade da un muro dopo la serata alcolica e muore a 20 anni, choc a Napoli

NAPOLI - Gli amici piangono Guglielmo. Sono in quattro, seduti sul muretto, si guardano intorno e continuano a ripetere che «non è possibile, non può essere vero». La voce comincia a diffondersi, la notizia del tragico incidente in via Aniello Falcone fa il giro anche sui social e i commenti si rincorrono. Su un punto sono tutti d’accordo: «Guglielmo era un ragazzo d’oro, buono e generoso, sempre disponibile e dal cuore grande così». Maria Carla Brancaccio - in un post su Facebook - lo descrive con poche parole: «Era il migliore amico di mio figlio. Il ragazzo che ogni mamma vorrebbe... credeva nei valori forti: l’amicizia, la lealtà, il senso del dovere». 

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Lo stop. In via Aniello Falcone il traffico resta bloccato per l’intero pomeriggio, la strada è presidiata dalle forze dell’ordine, ci sono vigili urbani, polizia, carabinieri e vigili del fuoco, mentre si aspetta l’arrivo del magistrato che dovrà autorizzare le procedure per portar via il corpo del ragazzo. Ci sono i genitori di Guglielmo, con suo fratello Federico, stretti in un dolore senza fine, composti e ancora increduli. Raccontano che Guglielmo «stava bene, non aveva alcun problema», un ragazzo come gli altri, «sano, sportivo e con tanta voglia di vivere». Quella festa doveva rappresentare un momento di svago e divertimento dopo l’allenamento sul campetto dei Pallottini al quale non rinunciava mai. Era il compleanno di un amico, compiva diciotto anni, un traguardo importante che avevano deciso di festeggiare tutti insieme al “Flame”, uno dei locali più accorsati della zona. «Gli invitati saranno stati una trentina, tutti ragazzi perbene - racconta Davide Arno, titolare della discoteca - si è trattato di una festa molto tranquilla, si sono divertiti senza esagerare. Sono sconvolto, ancora non riesco a credere a quello che è successo e mi immedesimo nel profondo dolore della madre e del padre». 

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La ricerca. Il gestore del “Flame” racconta che intorno all’una e trenta, con il festeggiato, sono andati via tutti: lo staff del locale era quasi pronto alla chiusura quando, sulla porta, è spuntato un ragazzo: «Stavamo ancora facendo le pulizie ma avevamo quasi finito. Ho guardato l’orologio, mi sembra di ricordare che fossero circa le due. Entra un ragazzo, era sobrio. Mi domanda se ci fosse ancora qualcuno, cercava un amico. Gli rispondo che la festa era finita già da un po’ e noi avevamo praticamente chiuso». Quando Davide Arno lascia il locale, sul muretto di fronte, dove qualcuno poco prima aveva visto dei ragazzi ridere e scherzare, non c’era più nessuno: «Di questo ne sono sicuro - aggiunge - la strada era praticamente deserta. Degli invitati alla festa non c’era più traccia». 
 
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Lo choc. Una notte anche piuttosto fredda, quella di giovedì, che aveva ridotto drasticamente il numero degli abituali frequentatori dei baretti di via Aniello Falcone. «No, a dire il vero non c’era molta gente - racconta una donna che abita proprio nel palazzo del “Flame” - il caos della festa non è durato a lungo. Guardavo il festival di Sanremo quando, intorno alle due, è calato il silenzio. Di solito si fa molto più tardi». Intanto, Mauro Boccassini, presidente del Comitato civico via Aniello Falcone, sta valutando l’opportunità di promuovere una iniziativa in ricordo del giovane Guglielmo: «È il momento del dolore e del rispetto per la famiglia - dice - ma nei prossimi giorni ci sarà modo di capire come impedire che tragedie come queste accadano di nuovo: non è possibile morire a 19 anni solo per aver partecipato a una festa». Poi, la stoccata ai gestori: «Mi sarei aspettato una serata un po’ più tranquilla del solito, in segno di lutto e solidarietà, qualcuno avrebbe anche potuto decidere di non alzare le saracinesche. Invece, tutto come al solito: caos, alcol e musica a palla».
 
 

Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 00:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA