Zona arancione, le regioni che rischiano (anche Lombardia e Lazio). Umbria e Abruzzo da rosso

Giovedì 18 Febbraio 2021 di Mauro Evangelisti
Zona arancione, le regioni che rischiano (anche Lombardia e Lazio). Umbria e Abruzzo da rosso

Il sistema dei colori va rivisto e i tecnici dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della Salute sono già al lavoro. Intanto, oggi si deciderà il destino del Lazio che, come altre regioni, si trova a un passo dalla fascia arancione, anche se i numeri ancora lo salvano.

La diffusione delle varianti apre la strada ad altre zone rosse locali nel resto del Paese, come già avvenuto a Pescara, Chieti, Perugia e, sia pure in modo meno rigoroso, ad Ancona. Andiamo per ordine. Nato per prevenire il contagio senza ricorrere al lockdown generalizzato, il meccanismo delle chiusure e dei 21 indicatori aveva già ricevuto un aggiustamento: era stato abbassato il limite dell’Rt che fa scattare fascia rossa e fascia arancione. Ma la diffusione della variante inglese rende inadeguato questo strumento, perché ora stiamo inseguendo un’automobile che corre a una velocità molto più alta, di almeno il 30-40 per cento.

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Velocità

Intervenire con i criteri del sistema tarato sulla versione originale di Sars-CoV-2 non funziona, è come inseguire una Ferrari con un vecchia Panda a metano. Il Ministero della Salute ha chiesto all’Istituto superiore di sanità di svolgere una nuova indagine che aggiorni i dati sulla diffusione delle varianti (un primo studio ha rivelato che oggi il 17,8 per cento dei casi positivi sono della B.1.1.7, vale a dire l’inglese). Gli esperti sono convinti che tra un mese la mutazione partita dalla Gran Bretagna sarà la dominante anche in Italia, servono nuovi limiti di velocità. Possibile un ritocco verso il basso dei valori che fanno scattare le restrizioni (fascia rossa e fascia arancione), ma anche chiusure locali, come sta succedendo in queste settimane a Pescara, Chieti, Perugia e in quattro città della Lombardia. Oggi la cabina di regia (Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità) definirà le nuove valutazioni sulla base, però, dei parametri in vigore. Cosa bisogna aspettarsi? Prima di tutto, l’Rt, l’indice di trasmissione, su base nazionale sarà attorno a 1, dunque al limite considerato critico. Alcune regioni sono a rischio di cambio colore con maggiori restrizioni. Partiamo dai casi di Abruzzo e Umbria, i territori del centro Italia che stanno arginando l’esplosione delle varianti. Con l’Rt vicino a 1,25, c’è la possibilità del passaggio in fascia rossa, anche se ieri il presidente dell’Abruzzo, Marco Marsilio, ha spiegato che i dati epidemiologici non giustificano le chiusure più severe in tutta la regione. «L’Rt è sceso da 1,22 a 1,17». 
 

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Il caso Abruzzo

Le province di Chieti e Pescara sono già zona rossa, proprio a causa della moltiplicazione di casi di variante inglese, così come in Umbria è stata prorogata la stessa misura nella provincia di Perugia, dove è diffusa anche la mutazione brasiliana. Anzi, secondo la Regione Umbria «le varianti del coronavirus circolano in maniera diffusa su tutto il territorio e su 77 campioni 41 hanno un profilo genetico identificabile con la variante brasiliana e 22 con quella inglese». Per altre regioni a un passo dall’arancione si è creata una situazione paradossale: i vari assessori o presidenti hanno fatto notare che i numeri sono sufficienti ad evitare le restrizioni. Succede ad esempio nel Lazio, dove l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, ha spiegato: «Dai dati del monitoraggio il Lazio dovrebbe rimanere in zona gialla con un valore Rt a 0,95, una riduzione del numero dei nuovi focolai e del tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva e di area medica entrambi al di sotto delle soglie di allerta». Gli stessi discorsi si sentono nelle altre regioni considerate in bilico come Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Marche, tutte a rischio passaggio in arancione. Raffaele Donini, assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna: «Aspettiamo di capire le determinazioni del Governo ma mi chiedo se questa suddivisione in fasce colorate delle regioni italiane, sia la strategia giusta. Sarebbe più utile una visione generale del nostro Paese». Analoga la situazione in Lombardia. Il governatore Attilio Fontana: «A me pare che possiamo restare in giallo».

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Cabina di regia pronta

La cabina di regia che si riunirà quest’oggi probabilmente applicherà in modo rigoroso il sistema dei colori, perché l’avanzata delle varianti consiglia una quota aggiuntiva di prudenza, come d’altra parte è già stato scritto nel report della settimana scorsa. I dati di ieri confermano la stagnazione dei numeri: 13.762 nuovi casi (molti meno dei 15.146 segnalati nel giovedì della settimana precedente). Anche i posti letto occupati continuano a scendere, sono diventati 20.008, 309 in meno del giorno precedente. «Se non sapessimo che la variante inglese sta crescendo drammaticamente, sarebbero dati accettabili», spiega un esperto. Anche ieri, però, si sono aggiunti 347 decessi per Covid, il totale ora è di 94.887. Si può prevedere che a metà marzo sarà superata quota 100mila.

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Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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