Crolla viadotto sulla A6, tra controlli digitali e falle: 1.425 ponti senza gestore

Lunedì 25 Novembre 2019 di Claudia Guasco
Crolla viadotto sulla A6, tra controlli digitali e falle: 1.425 ponti senza gestore

È l'autostrada delle vacanze, quella che porta dritto dal Piemonte al mare: 130 chilometri di asfalto, uno dei collegamenti a più alta densità in Italia, costellato da 210 viadotti. Tra cui c'è quello della Madonna del monte, spezzato in due da una frana che ha bloccato l'Autostrada dei Fiori gestita dal gruppo Gavio e rilevata nel 2012 per 233 milioni da Autostrade per l'Italia. Gavio gestisce oltre 1.400 chilometri di autostrade in tutto il Paese, con centinaia di viadotti da monitorare e alcune infrastrutture costruite cinquant'anni fa: dopo il crollo del ponte Morandi ha posizionato 3.000 sensori sulla Torino-Savona, con un obiettivo di copertura a tappeto.

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SICUREZZA
Un monitoraggio completo di tutta la rete italiana però appare un'operazione ciclopica. Considerando soltanto la competenza della rete stradale Anas, in questi 26.000 chilometri in gestione ci sono più di 11.000 ponti e viadotti - 4.000 dei quali con lunghezza superiore ai 100 metri - e 1.200 gallerie, di cui 842 di lunghezza superiore ai 500 metri. Ma sono migliaia i viadotti senza proprietario e dunque senza nessuno che si occupi della manutenzione. L'amministratore delegato dell'Anas Gianni Armani ha voluto investigare su di chi fosse la competenza della rete stradale non ancora rivendicata e dopo un anno di indagini ha scoperto che sono ben 1.425 i viadotti che non hanno un gestore identificato. Un problema in un territorio fragile come il nostro, impone controlli e interventi costanti. Sulla Torino-Savona Gavio ha investito 270 milioni per un dispositivo dotato di sensori che rilevano movimenti, temperatura, carichi dei viadotti e centraline che trasmettono i dati. Vigilanza costante anche da parte di Autostrade per l'Italia, che l'11 novembre ha chiuso alcune corsie, vietato il transito ai mezzi eccezionali e i sorpassi tra tir su quattro viadotti della Liguria.

Entro fine anno sarà conclusa l'attività di verifica su tutte le 1.943 infrastrutture, è in fase di sviluppo un sistema digitale per ispezione e manutenzione, il piano di lavori su 350 ponti e viadotti della rete prevede risorse per oltre 360 milioni di euro. In parallelo ai gruppi privati si muove lo Stato. Oltre seimila interventi in tutta Italia per circa un miliardo di euro, lo 0,06% del pil, per la messa in sicurezza dei territori colpiti dalle alluvioni dello scorso anno è il bilancio fino a settembre del 2019 del piano ProteggiItalia, avviato a febbraio contro il dissesto idrogeologico e illustrato dal governo nel documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles. Il governo lavora «a stretto contatto con le regioni» e finora, spiega il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, sono stati ridotti i tempi per l'assegnazione dei fondi, in sei mesi sono stati erogati 700 milioni: adesso è necessario che «i cantieri procedano il più velocemente possibile», perché davanti al «79% del territorio a rischio per esondazioni, frane e dissesto» bisogna fare proprio una «corsa contro il tempo».

PIANI STRATEGICI
In tutto, ricorda il Dpb, il precedente esecutivo a guida M5S-Lega aveva chiesto per il 2019 flessibilità per 3,2 miliardi (lo 0,18% del pil) da destinare al dissesto per circa due miliardi (0,12%) e il resto, circa un miliardo, per la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti dopo il crollo del Morandi. Per il 2020 l'esecutivo giallorosso ha rinnovato la richiesta di flessibilità per 3,6 miliardi (lo 0,2% del pil) per le spese eccezionali per la salvaguardia del territorio. A ciò si sommano le erogazioni dirette dei commissari straordinari per i «Piani strategici nazionali». Si tratta di interventi di difesa del suolo e dell'ambiente, per sistemare bacini per l'irrigazione dei campi e la raccolta dell'acqua piovana, ripristino dalle calamità naturali, protezione delle foreste, sistemi di monitoraggio e allerta precoce. Con la manovra per il 2020, contro il dissesto si mettono in campo risorse aggiuntive nei fondi per gli investimenti pluriennali degli enti locali: 3,9 miliardi in più, tra 2021 e 2034, per la messa in sicurezza di edifici e territori, altri 4 miliardi, dal 2025 al 2034, per un fondo anti-dissesto e per la prevenzione del rischio sismico al ministero dell'Interno.
 

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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