Rom vende le figlie per le nozze con i cugini: primo arresto per codice rosso a Pisa

Lunedì 23 Settembre 2019
Rom vende le figlie per le nozze con i cugini: primo arresto per codice rosso a Pisa
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Vende le figlie per il matrimonio con i cugini al prezzo di 12mila euro e le picchia e segrega per farle lasciare i fidanzatini: primo arresto per codice rosso. L'uomo, un bosniaco di etnia rom, è stato arrestato dalla polizia di Pisa in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere perché avrebbe picchiato, maltrattato e segregato le due figlie fidanzate con uomini diversi dai cugini da lui prescelti e a cui le aveva già vendute in cambio di denaro.

Per il reato di induzione al matrimonio, introdotto dal cosiddetto codice rosso, si tratta - è stato spiegato dagli inquirenti - della prima ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita in Italia.

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L'uomo, da quanto spiegato, è accusato di reiterate violenze, lesioni, segregazioni nei confronti delle due figlie, una delle quali da poco maggiorenne. Le violenze, che risalirebbero sin dalla minore età per una delle due, non si sarebbero limitate a calci, pugni e pratiche umilianti, come quella del taglio dei capelli, ma spesso consistevano in veri propri periodi di segregazione nelle roulotte, dove le ragazze venivano cibate a pane e acqua.

Le punizioni inflitte dal padre non sarebbero state solo finalizzate nel riprendere piccole mancanze in ambito familiare, ma servivano soprattutto a impedire alle due ragazze di frequentare i loro fidanzati, diversi da quelli che il padre aveva prescelto per loro, ovvero due cugini del campo, con le famiglie dei quali aveva già intavolato una trattativa, chiedendo e ottenendo denaro in cambio dell'assenso al matrimonio con le figlie.


Figlie vendute per 12mila euro. Il passaggio di denaro filmato dalla polizia. Le nozze della figlia 21enne «venduta» a un cugino valevano circa 12mila euro. È questo il prezzo pattuito da un bosniaco di etnia rom, 45 anni, arrestato per la prima volta in Italia applicando il nuovo codice rosso, che prevede anche il reato di costrizione o induzione al matrimonio. Lo ha accertato la squadra mobile di Pisa che ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare. L'uomo, secondo quanto spiegato dal procuratore di Pisa Alessandro Crini, avrebbe voluto vendere anche un'altra figlia, di 19 anni, a un altro cugino, non riuscendo però a concludere perchè la giovane, dopo essere fuggita con la sorella, non avrebbe più fatto ritorno in famiglia.

Il passaggio del denaro è stato anche filmato dalla polizia. Le indagini sono scattate in seguito alla richiesta di aiuto dell'arrestato dopo che le due figlie erano scappate, dal campo rom dove la famiglia risiedeva in provincia di Pisa, insieme ai fidanzati scelti da loro stesse, per sfuggire alle violenze del padre e alle nozze combinate. L'uomo si era rivolto alla polizia denunciando il rapimento anche di una terza figlia, 8 anni, accusando due romeni.

La polizia lo ha potuto filmare dopo aver rintracciato le due giovani e dopo che la più grande, di fronte alle insistenze e ai ricatti del padre, hanno riferito gli inquirenti, ha «ceduto» ed è tornata al campo in provincia di Pisa. È stata in quell'occasione che il genitore ha organizzato una festa e una sorta di «rituale», filmato dagli investigatori, durante il quale è stata documentata la «cessione» della figlia. L'altra figlia diciannovenne, invece, si trova nel Nord Italia e convive con il fidanzato e, hanno concluso gli inquirenti, ha definitivamente cambiato vita interrompendo qualunque rapporto con la famiglia e l'ambiente di origine.


Il padre rom aveva denunciato il rapimento della figlia di 8 anni, ma la nascondeva nella roulotte. Aveva denunciato, oltre a quello delle due figlie di 21 e 19 anni, poi rivelatosi falso, anche il rapimento della figlia di 8 anni che in realtà teneva nascosta nella sua roulotte all'interno del campo rom. È questo un altro particolare emerso questa mattina dalle indagini della squadra mobile della polizia di Pisa coordinate dalla Procura sul caso del 51enne rom arrestato per calunnia, maltrattamenti, sequestro di persona continuato, costrizione e induzione a contrarre matrimonio.

«L'arrestato - ha spiegato il capo della squadra mobile Fabrizio Nocita - per dare più forza all'avvio delle indagini aveva denunciato anche il rapimento della figlia di 8 anni. Le palesi incongruenze nei suoi racconti ci hanno portato a indagare anche su di lui e abbiamo così scoperto, dopo una perquisizione, che la bambina veniva tenuta nascosta all'interno della roulotte del padre». L'uomo sin da subito, era stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Pisa per i reati di sequestro di persona e calunnia.


«L'introduzione del codice rosso così com'è chiamata la Legge del 19 luglio 2019 numero 69 sta indubbiamente producendo i primi frutti», commenta l'avvocato Gian Ettore Gassani, Presidente dell'Ami (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani). «Non dimentichiamo che il nostro Paese – prosegue - per anni non è riuscito a contrastare uno dei reati più odiosi che è l'induzione al matrimonio. Nel caso specifico le ragazze venivano picchiate, maltrattate e segregate dal padre, costrette a non frequentare i loro rispettivi fidanzati nell'ambito di un matrimonio diverso così come voluto dal genitore che le aveva vendute». Secondo Gassani «il Codice Rosso è senza dubbio una legge perfettibile, ci sono delle modifiche che saranno apportate ma si tratta di un primo importante passo per alzare l'asticella culturale di un Paese. Non è solo una questione di diritto penale – conclude il Presidente Ami - ma anche la presa di coscienza e la consapevolezza che determinati fatti delittuosi all'interno delle mura domestiche sono sicuramente tra quelli più gravi per i quali lo stato deve dare risposte immediate».

Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 18:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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