Variante inglese, focolai in tutta Italia: scuole costrette a chiudere

Giovedì 11 Febbraio 2021 di Mauro Evangelisti
Avanza la variante inglese, focolai in tutta Italia: scuole costrette a chiudere

Ieri sera il professor Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, al termine di una durissima giornata in corsia, scuoteva la testa: «Situazione pesante, molto pesante. È partita, la variante inglese è partita... A Milano, a Brescia... Anche qui al Sacco diversi pazienti ricoverati hanno quella variante. C’era da aspettarselo e la Lombardia in giallo non ha aiutato». La variante sta aggirando il vaccino? «Per l’inglese non sembra - replica il professor Galli - per la brasiliana c’è qualche preoccupazione in più». E da Perugia, dove la variante brasiliana sta avanzando, un numero anomalo di persone contagiate anche dopo la seconda dose del vaccino non conforta: si parla di 98 positivi malgrado la vaccinazione, ci sono verifiche in corso, mentre un’ordinanza della Protezione civile cerca urgentemente 497 tra medici e infermieri perché si teme lo spettro di una epidemia inarrestabile, anche se già è stata istituita la zona rossa in tutta la provincia di Perugia.

Sui vaccini, però, diversi esperti invitano a non sopravvalutare i dati delle infezioni: è fisiologico che vi sia una quota di contagiati e, soprattutto, ciò che conta davvero è l’efficacia sulla riduzione degli effetti della malattia.

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TRA I BANCHI

L’avanzata delle varianti ha un altro elemento di forte preoccupazione: sta interessando le scuole. Già era successo la settimana scorsa in un istituto della periferia est di Roma, 3 casi di varianti inglese per fortuna già circoscritti. Ieri in Lombardia nuovo allarme a Bollate: la variante inglese è emersa in diversi dei 59 tamponi positivi (45 alunni e 14 insegnanti e operatori) rilevati in due scuole, materna ed elementare. Scendiamo più a Sud: la presidente dell’Umbria, Donatella Tesei, nei giorni scorsi ha parlato di anomala «diffusione del contagio fra giovani e giovanissimi, con 90 classi della scuola primaria e 34 della scuola d’infanzia già in isolamento». A Napoli, dopo che sono ricominciate le lezioni, è stato registrato un incremento del 37 per cento dei contagi tra i 6 e i 18 anni. E ieri l’unità di crisi regionale ha confermato che la diffusione del coronavirus «nelle fasce d’età anche riconducibili alla popolazione scolastica» è «in preoccupante aumento».

DAD PER TUTTI

C’è chi chiede con insistenza di tornare alla Didattica a distanza per tutti. Ma davvero la variante, soprattutto quella che ha messo in ginocchio il Regno Unito costringendo Boris Johnson a chiusure rigorose e generalizzate, si diffonde più facilmente tra i più giovani, mettendo quindi in discussione l’obiettivo di tornare alle lezioni in presenza? Il professor Galli: «Stando a ciò che dicono gli esperti britannici, i primi riscontri confermano che la variante inglese si trasmette più velocemente tra i più giovani. Varie evidenze vanno in questa direzione. Se confermato, questo è un problema per diversi motivi. Ricordiamoci che per i ragazzi e i bambini non abbiamo ancora un vaccino sperimentato. Inoltre, i giovanissimi di solito si infettano meno degli adulti, perché hanno una minore espressione di ricettori. Queste varianti potrebbero avere una maggiore facilità di interazione con i ricettori e potrebbero dunque contagiare anche i bambini. Sono solo ipotesi, ma vanno approfondite. Per questo la storia della scuola di Bollate mi turba molto. Lo abbiamo detto in tutti i modi che l’apertura delle scuole non è una operazione senza rischi, ci siamo sentiti dire che vogliamo condannare i ragazzi a realtà terribili. Insomma mi pare che, purtroppo, si vedano gli effetti sulla diffusione del virus».

 

LE REGIONI

In Abruzzo i risultati sul sequenziamento hanno mostrato una frequenza notevole di variante inglese nelle province di Chieti e di Pescara: dal 24 dicembre già 318 casi (ma quelli reali è probabile che siano di più). Altri 23 in Molise. Spiega il dottor Alessio Lorusso, virologo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise: «Sì, la presenza della variante inglese è molto significativa in questa area, sta interessando sia i più piccoli sia gli adulti. Si trasmette in modo molto più rapido, però deve essere chiara una cosa: può essere fermata con le misure di distanziamento, con le mascherine, con la cautela. Inoltre, abbiamo verificato che è neutralizzata dagli anticorpi sia di chi è già stato contagiato sia di chi è stato vaccinato».

Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 07:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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