Con una nota l’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, ieri ha allertato tutti gli ospedali della Capitale: «È stato identificato a Roma il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie» si legge nel comunicato. Si tratta del virus Monkeypox che nelle scorse settimane era stato registrato già in Europa e negli Stati Uniti.
Il «monkeypox»
Tra le nuove direttive sanitarie sono stati suggeriti anche specifici questionari da rivolgere ai pazienti che arriveranno in ospedale con i sintomi sospetti. Massima attenzione perciò per l’anamnesi: «Per completezza di informazioni, in caso di sospetta infezione, i medici chiederanno ai pazienti di viaggi e spostamenti recenti perché sappiamo che in alcuni paesi europei si stanno registrando già diversi casi» precisa Ricciuto. Dallo scorso 13 maggio sono infatti stati registrati casi in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Stati Uniti dove le autorità sanitarie stanno procedendo con le indagini di tracciamento. Dunque con l’arrivo di un malato con sintomi, negli ospedali deve essere attivata la nuova procedura per identificare, e in caso confermare, la malattia.
«Già dalla scorsa settimana tutte le strutture sanitarie sono state allertate della nuova infezione. La diagnosi è fondamentale - aggiunge Ricciuto - si tratta comunque di una malattia curabile». I medici e le strutture sanitarie si stanno comunque preparando a una nuova emergenza. Anche se le prossime settimane saranno determinanti per capire l’evolvere della situazione. «Non sarà una nuova pandemia, la trasmissione di questo virus non è come quella del Covid. Ma c’è da prestare attenzione perché sappiamo che si trasmette per via aerea e attraverso i liquidi biologici- sottolinea il direttore Riucciuto - inoltre la direttiva in questi casi è molto chiara: i malati di vaiolo devono essere isolati e assistiti con cure di supporto durante i periodi infettivi presunti e noti». Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha precisato che «la malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline esalate e dal contatto con lesioni cutanee infette o materiali contaminati».